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Istat: ad aprile crescita dei disoccupati

Scritto da Isabella Naef

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Nel primo trimestre del 2021 il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,1 per cento rispetto al trimestre precedente ed è diminuito dello 0,8 per cento nei confronti del primo trimestre del 2020. Questi i dati diffusi ieri dall'Istat.

Le stime odierne presentano una revisione al rialzo rispetto a quelle diffuse il 30 aprile scorso, quando la variazione congiunturale del Pil era stata del -0,4 per cento e quella tendenziale del -1,4 per cento. Il primo trimestre del 2021 ha avuto due giornate lavorative in meno del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al primo trimestre del 2020.

Come sottolinea l'Istituto nazionale di statistica, la variazione acquisita per il 2021 è pari a +2,6 per cento.

Rispetto al trimestre precedente, i consumi finali nazionali hanno registrato una diminuzione dell’1 per cento

Rispetto al trimestre precedente, i consumi finali nazionali hanno registrato una diminuzione dell’1 per cento, mentre gli investimenti fissi lordi sono cresciuti del 3,7 per cento. Le importazioni sono aumentate del 2,3 per cento e le esportazioni sono scese dello 0,1 per cento.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,1 punti percentuali alla crescita del Pil: -0,7 i consumi delle famiglie e delle Istituzioni sociali private (Isp), -0,1 la spesa delle amministrazioni pubbliche, +0,7 gli investimenti. La variazione delle scorte ha contributo positivamente per 0,8 punti percentuali, mentre il contributo della domanda estera netta è stato negativo per 0,6 punti percentuali.

Si registrano, prosegue l'Istat, crescite congiunturali del valore aggiunto di agricoltura e industria pari, rispettivamente, al 3,9 per cento e all’1,8 per cento, mentre i servizi registrano un calo dello 0,4 per cento.

Per quanto riguarda l'occupazione, dal primo gennaio è stata avviata la nuova rilevazione sulle Forze di lavoro che recepisce quanto stabilito dal Regolamento (Ue) 2019/1700. Rispetto a marzo, nel mese di aprile 2021 si registra, puntualizza l'Istat, un lieve aumento degli occupati e una crescita più consistente dei disoccupati, a fronte di una diminuzione degli inattivi. La crescita dell’occupazione (+0,1 per cento, pari a +20mila unità) coinvolge le donne, i dipendenti a termine e i minori di 35 anni; diminuiscono, invece, gli uomini, i dipendenti permanenti, gli autonomi e gli ultra 35enni. Il tasso di occupazione sale al 56,9 per cento (+0,1 punti).

L’aumento del numero di persone in cerca di lavoro (+3,4 per cento rispetto a marzo, pari a +88mila unità) riguarda entrambe le componenti di genere e tutte le classi d’età. Il tasso di disoccupazione sale al 10,7 per cento (+0,3 punti), tra i giovani scende al 33,7 per cento (-0,2 punti). Ad aprile, rispetto al mese precedente, diminuisce anche il numero di inattivi di 15-64 anni (-1,0 per cento, pari a -138mila unità) a seguito del calo diffuso sia per sesso sia per età. Il tasso di inattività scende al 36,2 per cento (-0,3 punti). Confrontando il trimestre febbraio-aprile 2021 con quello precedente (novembre 2020-gennaio 2021), il livello dell’occupazione è inferiore dello 0,4 per cento, con una diminuzione di 83mila unità.

Nel trimestre aumentano le persone in cerca di occupazione (+4,8 per cento, pari a +120mila) a fronte di un calo degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,6 per cento, pari a -79mila unità). Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione, registrate dall’inizio dell’emergenza sanitaria fino a gennaio 2021, hanno determinato un calo tendenziale dell’occupazione (-0,8 per cento pari a -177mila unità). La diminuzione coinvolge gli uomini, i dipendenti permanenti, gli autonomi e prevalentemente i 35-49enni. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 0,1 punti percentuali.

Rispetto ad aprile 2020, le persone in cerca di lavoro risultano in forte crescita (+48,3 per cento, pari a +870mila unità), a causa dell’eccezionale crollo della disoccupazione che aveva caratterizzato l’inizio dell’emergenza sanitaria; d’altra parte, diminuiscono gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-6,3 per cento, pari a -932mila), che ad aprile 2020 avevano registrato, invece, un forte aumento.

"L’importante e inattesa revisione effettuata dall’Istat sull’andamento del Pil nel primo trimestre è un dato che consolida le aspettative di una ripresa che potrebbe superare, nel 2021, il 4,5 per cento", ha commentato l’Ufficio studi di Confcommercio sui dati diffusi ieri dall’Istat.

"Al momento il recupero appare affidato agli investimenti in costruzioni e mezzi di trasporto. La domanda delle famiglie continua a mostrare un’evoluzione negativa, soprattutto per i servizi. Ed è da questa componente, che rappresenta quasi il 60 per cento del Pil, che dovrà generarsi nei prossimi mesi la spinta per un recupero più significativo dei livelli produttivi ed occupazionali", ha osservato l'Ufficio studi.

Confcommercio: in generale, le prospettive sono senz’altro di crescita dell’occupazione

D’altra parte, proprio i dati sull’andamento dell’occupazione e della disoccupazione nel mese di aprile forniscono un quadro di poche luci e molte ombre sulla situazione del mercato del lavoro e sulle prospettive a breve termine, ha proseguito Confcommercio.

A preoccupare l'Ufficio studi dell'associazione sarebbe quanto sta accadendo sul versante degli indipendenti, segmento che da febbraio 2020 ha subito una riduzione del 6,6 per cento (-347mila unità) e per il quale permangono segnali di ridimensionamento.

"In generale, le prospettive sono senz’altro di crescita dell’occupazione che si dovrà, però, confrontare con le ingenti perdite di input di lavoro subite nel recente passato, tenuto conto che il numero di occupati era in riduzione già prima della pandemia. Così, rispetto a giugno 2019, la perdita di occupazione supera il milione e centomila unità", ha concluso l’Ufficio studi di Confcommercio.

Foto: Pexels, Andrea Piacquadio

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