La spesa per calzature e abbigliamento delle famiglie italiane è sempre più contenuta
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Insomma, come risulta da una analisi dell’Ufficio studi di Confcommercio sui consumi delle famiglie italiane tra il 1995 e il 2024, telefoni e tecnologia costituisce il binomio che ha fatto segnare un vero e proprio boom nei consumi degli italiani negli ultimi 30 anni: i primi, con un incremento della spesa pro capite in termini reali di oltre il 6.500 per cento, mentre per Pc e prodotti audiovisivi e multimediali la crescita è stata del 962 per cento; all’interno del comparto del tempo libero, sono in forte crescita anche i servizi ricreativi e culturali che hanno registrato un +90 per cento.
Abbigliamento in calo del -3,9 per cento
In calo alimentari e bevande (-10,6 per cento), abbigliamento (-3,9 per cento), mobili ed elettrodomestici (-3,5 per cento) e il consumo di elettricità e gas (-16,6 per cento) grazie anche alla riduzione degli sprechi e alle politiche di risparmio energetico adottate negli ultimi anni.
Nel 2024, con 21.778 euro pro capite, la spesa pro capite per consumi delle famiglie, sebbene abbia recuperato i livelli pre-pandemici, è ancora sotto i livelli di picco del 2007 (-138 euro).
Dal 1995 a oggi, al netto della forte crescita della telefonia, solo i consumi connessi al tempo libero presentano una progressiva tendenza all’incremento con volumi di acquisto superiori a quelli del 2019 già nel 2023.
Come anticipato, i segmenti di consumo più dinamici si confermanoi prodotti audiovisivi e multimediali e i servizi ricreativi e culturali per i quali, nonostante la crisi del 2020, già nel 2023 i volumi acquistati erano superiori a quelli del 2019.
La tendenza al contenimento degli acquisti di prodotti più tradizionali (alimentazione domestica, abbigliamento e calzature, elettricità, mobili) si conferma, e si accentua, nel 2024. Osservando la struttura dei consumi sul territorio con quote di spesa a prezzi correnti, nel 1995 la spesa per abbigliamento è calzature era pari al 7,6 per cento, nel 2019 era pari al 6 per cento, nel 2023 al 5,2 per cento e, nel 2024, al 5,1 per cento.