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Tivoli Group e la strategia di crescita negli Usa

Scritto da Isabella Naef

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La sede di Tivoli group Credits: Tivoli Group

"I rincari dei prezzi al pubblico che, in qualche misura, saranno la conseguenza dei dazi, ci penalizzano nell’immediato ma confermiamo la nostra strategia di lungo termine di essere un partner strategico anche per i brand americani perché possiamo garantire qualità e flessibilità e rispondere al crescente interesse per produzioni più vicine, tracciabili e sostenibili. La situazione è in continua evoluzione e nonostante le forti preoccupazioni per i rischi e la volatilità del settore, guardiamo agli Stati Uniti come a un mercato importante da sviluppare per il futuro del nostro gruppo", ha sottolineato, attraverso una nota, Stefano Giacomelli, amministratore delegato di Tivoli Group. L'azienda è a Lineapelle New York, kermesse che si conclude oggi, per promuovere di una serie di iniziative con Piazza Italia, la piattaforma multicanale dedicata alle eccellenze italiane, per rafforzare le relazioni con designer e brand di fascia lusso e premium interessati al made in Italy e a filiere produttive nearshoring.

Nel 2024 Tivoli Group ha registrato un fatturato pari a 30 milioni di euro.

Una recente ricerca supportata da Tivoli e condotta da un gruppo di studenti del corso di laurea magistrale della Libera Università di Bolzano, in collaborazione con studenti dell’Mba della City University New York - The Baruch College in business administration, conferma la forza della scelta strategica di Tivoli Group, prosegue la nota, "perché i risultati mettono in evidenza come, anche in scenari caratterizzati da dazi o tensioni commerciali, per i prodotti di fascia alta il made in Italy continua a rappresentare un forte vantaggio competitivo e un valore aggiunto percepito dai consumatori internazionali".

Lo studio, condotto su un panel statisticamente rilevante di consumatrici tra i 25 e i 50 anni, che vivono negli Stati Uniti e hanno un reddito annuo superiore a 50.000 dollari, ha simulato diversi scenari comparativi tra prodotti identici realizzati in Italia, in altri Paesi o privi di indicazione di origine, mostrando come i consumatori siano disposti a pagare di più per una handbag “made in Italy”, riconoscendone la maggiore qualità, l’affidabilità della filiera oltre a un valore simbolico.

Il made in Italy vince su tutte le principali dimensioni di valore percepito: qualità (86%), artigianalità (68%), appeal emotivo e prestigio sociale, mentre altri “Made in” sono associati a prezzi attesi più bassi. Il vantaggio competitivo italiano è ancora più marcato in segmenti, come la pelletteria, in cui il contenuto artigianale ha sì un peso rilevante sul costo finale del prodotto, ma ha un ruolo determinante nella percezione del valore.

Dazi
lineapelle new york
Tivoli Group