Collezione Resort 2026 di Max Mara: Venere Vesuviana
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Il 1951 è l’anno in cui nasce Max Mara; nello stesso anno Ruth Orkin scatta l’iconica fotografia “American Girl in Italy.” Era un’epoca in cui era ancora insolito vedere una donna spensierata camminare da sola per le strade di Firenze, Roma, Napoli o di qualsiasi altra città italiana. Da allora, le donne hanno percorso un lungo cammino e Max Mara è sempre stata al loro fianco, passo dopo passo.
Siamo nel pieno del fervore della rinascita italiana del dopoguerra. Achille Maramotti aveva intuito la direzione del cambiamento quando dichiarava di voler vestire “le mogli dei medici e degli avvocati locali”. Non erano soltanto muse, ma catalizzatrici del cambiamento globale. Mentre a Roma l’alta moda si contendeva le attenzioni di contesse e principesse, a Reggio Emilia Maramotti operava per vestire una nuova classe sociale in ascesa: colta, moderna, economicamente indipendente.
Le donne italiane erano accomunate da un unico ideale: la bella figura. Gli italiani conquistarono il mondo: qualunque cosa facessero, la facevano meglio, e apparivano più belli. Che si trovassero ai vertici di summit internazionali o a ballare alle feste in spiaggia, lo facevano con quella miscela unica di eleganza disinvolta e sensualità naturale che avrebbe definito per sempre lo stile italiano.
Max Mara si ispira al cinema di quegli anni. “Napoli Milionaria” di De Filippo, “L’Oro di Napoli” di De Sica, “Riso Amaro” di De Santis sono pellicole che raccontano l’energia indomabile delle donne italiane rappresentate da Silvana Mangano o Sophia Loren. La Napoli del 1951 evoca un’immagine scolpita nella memoria: bellezza voluttuosa, sguardo sensuale, fianchi ondeggianti e un dandy scanzonato. È in questo scenario che entra E. Marinella, artigiano dell’eleganza maschile, con le sue cravatte, quintessenza di stile. Dalla collaborazione tra Max Mara ed E. Marinella nascono vivaci e iconiche fantasie a stampa cravatte, disegnate nel 1951.
Le stampe si ritrovano su pyjamas di seta troppo belli per restare in camera da letto e su maglioni di cashmere ricamati con disegni oversize. Il moderno dandy napoletano indossa anche camicie a righe rosa e blu, con colli e polsini bianchi, impeccabili fedora portati con disinvoltura e giacche con costruzioni leggere apprese dai sarti napoletani. In contrasto, shorts arrotolati come quelli che resero celebre Silvana Mangano in “Riso Amaro”, gonne ampie con tasche, top con colli che valorizzano il décolleté, reggiseni a fascia e sottovesti coordinate.
Il guardaroba è completato da cappotti classici: con cintura, con collo a scialle, a ciambella o con frange, sono veri e propri simboli di uno stile senza tempo. Al calare del sole, abiti da sera senza spalline in panno e tempestati di cristalli svelano strutture in garza di seta che si intravedono dal décolleté. La loro semplicità drammatica, profondamente italiana, è basata sull’idea di apparire splendide e sentirsi forti.
I look sono completati da nuove interpretazioni dell’iconica Whitney Bag e da rafnati foulard in seta. Quattro nuovi esclusivi modelli della Whitney Bag e cinque foulard saranno disponibili online su maxmara.com a partire dal 18 giugno.
La sfilata Resort 2026 è presentata in uno dei luoghi più sorprendenti d’Italia: la Reggia di Caserta, gioiello barocco di proporzioni regali. Sotto la cascata scenografica delle sue scale marmoree, Max Mara svela una collezione dedicata all’orgoglio, alla passione e al potere di Partenope. Viva Venere Vesuviana!