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A ottobre diminuisce l’indice del clima di fiducia dei consumatori

Scritto da Isabella Naef

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Pexels, Anastasia Shuraeva

Secondo le stime preliminari dell’Istituto nazionale di statistica, nel mese di ottobre 2021 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, ha registrato un aumento dello 0,6 per cento su base mensile e del 2,9 per cento su base annua (da +2,5 per cento del mese precedente).

L’ulteriore accelerazione, su base tendenziale, dell’inflazione è in larga parte dovuta, spiega l’Istat, anche nel mese di ottobre, ai prezzi dei beni energetici (da +20,2 per cento di settembre a +22,9 per cento) sia a quelli della componente regolamentata (da +34,3 per cento a +37,0 per cento) sia ai prezzi di quella non regolamentata (da +13,3 per cento a +15 per cento). Hanno accelerato rispetto al mese di settembre, ma in misura minore, anche i prezzi dei beni alimentari lavorati (da +1,0 per cento a +1,4 per cento) e quelli dei servizi relativi ai trasporti (da +2 per cento a +2,4 per cento).

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, sale da +1,0 per cento a +1,2 per cento, mentre quella al netto dei soli beni energetici rimane stabile a +1,1 per cento.

Consumi: preoccupazioni per la distribuzione commerciale

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente alla crescita dei prezzi dei beni energetici regolamentati (+12,6 per cento) e solo in misura minore a quella dei prezzi degli energetici non regolamentati (+1,0 per cento) e degli alimentari non lavorati (+0,7 per cento). Diminuiscono, invece, per ragioni ascrivibili per lo più a fattori stagionali, i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (-0,7 per cento) e dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-0,3 per cento). .

Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +3,6 per cento a +4,0 per cento), mentre la crescita di quelli dei servizi è stabile (+1,3 per cento); il differenziale inflazionistico tra questi ultimi e i prezzi dei beni rimane negativo (-2,7 punti percentuali), ampliandosi rispetto a quello registrato a settembre (-2,3).

L’inflazione acquisita per il 2021 è pari a +1,8 per cento per l’indice generale e a +0,8 per cento per la componente di fondo.

A ottobre 2021, inoltre, è stata stimata una diminuzione dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 119,6 a 118,4) mentre l’indice composito del clima di fiducia delle imprese è stimato in aumento (da 113,7 a 115,0).

La flessione dell’indice di fiducia dei consumatori esprime un peggioramento diffuso dei giudizi: il clima corrente registra la discesa più marcata (da 116,1 a 113,7) mentre il clima economico e quello personale evidenziano flessioni più contenute (rispettivamente, da 143,6 a 142,2 e da 111,5 a 110,4). Solo il clima futuro è in aumento, passando da 124,7 a 125,4.

Per le imprese l’Istituto nazionale di statistica stima un miglioramento della fiducia nell’industria: nel settore manifatturiero l’indice aumenta da 113,2 a 114,9 e nelle costruzioni sale da 155,5 a 159,2.

Sia nella manifattura, sia nelle costruzioni tutte le componenti dell’indice di fiducia sono in miglioramento.

“I dati sulla fiducia di famiglie e imprese nel mese di ottobre confermano il permanere di un sentiment positivo. Emergono, tuttavia, alcuni aspetti problematici”, ha commentato l’Ufficio Studi di Confcommercio.

“Se il modesto calo registrato della fiducia delle famiglie può essere interpretato come un assestamento rispetto ai livelli record raggiunti nei mesi precedenti, qualche preoccupazione emerge su versante delle attese degli operatori delle imprese del turismo e, soprattutto, della distribuzione commerciale”, hanno aggiunto gli esperti. La fiducia del commercio al dettaglio scesa rapidamente nell’ultimo bimestre attestandosi su livelli inferiori a quelli dello stesso periodo del 2019.

“Le incertezze sul futuro si manifestano sia col deciso aumento, tra gli operatori del commercio, delle attese d’incremento dei prezzi, sia, sul versante dell’industria manifatturiera, col rafforzamento della percezione di strozzature all’interno delle filiere di produzione, testimoniato dall’incremento delle segnalazioni di ostacoli alla produzione derivanti dall’insufficienza degli impianti, dei materiali e di manodopera”, ha affermato l’Ufficio Studi di Confcommercio.

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