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Abbigliamento: la contraffazione fa perdere 12 miliardi di entrate

Scritto da Isabella Naef

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L’industria dell’abbigliamento è quella maggiormente penalizzata dai prodotti contraffatti Credits: Euipo
Stando ai dati Euipo, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, l’Italia è uno dei paesi più colpiti dalla contraffazione nel settore dell’abbigliamento, con 1,7 miliardi di euro di mancate vendite e 19mila posti di lavoro persi ogni anno.

L’industria dell’abbigliamento è quella maggiormente penalizzata dai prodotti contraffatti, con una perdita di quasi 12 miliardi di euro di entrate annue (pari al 5,2 per cento delle vendite).

Nel dettaglio, queste risultanze sono tratte da uno studio, pubblicato oggi dall'Euipo, che esamina l’impatto economico della contraffazione sui settori dell’abbigliamento, dei cosmetici e dei giocattoli.

I prodotti falsi comportano un calo dei posti di lavoro: 160mila in meno nel settore dell’abbigliamento, 32mila in meno in quello dei cosmetici e 3600 in meno in quello dei giocattoli.

Le merci contraffatte nei settori abbigliamento, calzature, cosmetici e giocattoli, costano 16 miliardi di euro in termini di vendite annuali a chi fabbrica prodotti autentici, sottraendo di conseguenza quasi 200mila posti di lavoro all’economia legale.

In base ai dati relativi al periodo 2018-2021, dallo studio dell’Euipo emerge che le vendite di capi di abbigliamento e calzature, cosmetici e giocattoli hanno registrato perdite annuali pari rispettivamente a 12 miliardi di euro, 3 miliardi di euro e 1 miliardo di euro. In questi settori, complessivamente, Germania, Francia, Italia, Spagna e Austria hanno subìto le perdite maggiori, con un calo delle vendite di prodotti autentici di quasi 8 miliardi di euro.

Tuttavia, i prodotti falsi incidono più su alcuni paesi che su altri, con differenze significative in base ai tipi di prodotti, sottolineano gli esperti di Euipo.

Il settore dei giocattoli è quello più colpito dalle contraffazioni. L’industria dell’abbigliamento e delle calzature, il settore più ampio analizzato dallo studio in termini di vendite, registra una perdita del 5 per cento circa in Europa, con alla testa Cipro (10,7 per cento), Irlanda (10,2 per cento), Lussemburgo (9,2 per cento), Lituania (9,1 per cento) ed Estonia (8,7 per cento).

Lo studio dell’Euipo sulle tendenze delle vendite sottolinea l’entità della contraffazione per le imprese legittime, che risentono del calo delle vendite e, di conseguenza, impiegano un minor numero di persone. Secondo la relazione, la Germania, il più grande mercato di consumo nell’Ue, accusa una perdita di quasi 40mila posti di lavoro. Altri grandi paesi registrano perdite nei rispettivi settori dell’abbigliamento, dei cosmetici e dei giocattoli, tra cui l’Italia (24241), la Polonia (18244), la Spagna (15044) e la Francia (14427).

"Le merci contraffatte presentano costi reali per i consumatori, per le aziende produttrici e per le nostre economie. Quest’ultimo studio mostra la consistenza di quei costi in termini di mancati introiti e di posti di lavoro persi nell’Ue. Le risultanze relative alla contraffazione evidenziano il prezioso lavoro che l’Euipo svolge tramite l’Osservatorio e la nostra importante collaborazione con Europol, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf) e la Commissione europea per individuare ed eliminare i prodotti falsi nell’Ue", ha sottolineato il direttore esecutivo dell’Euipo, João Negrão.

Una variabile importante è costituita dalla consapevolezza e dalla percezione dei consumatori dell’Ue in merito ai prodotti contraffatti.

Le merci contraffatte presentano costi reali per i consumatori, per le aziende produttrici e per le economie Credits: Euipo
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