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American Apparel chiede la "bancarotta" assistita

Scritto da FashionUnited

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La lunga agonia durata anni, con tentativi di salvare l'azienda sia attraverso l'iniezione di capitali da nuovi investitori, sia attraverso la nomina di un nuovo amministratore delegato e l'estromissione del fondatore, Dov Charney, dalla gestione aziendale, è ora (forse) giunta alla fine. American Apparel, etichetta made in Los Angeles dell'underwear glamour, colorato e sexy, infatti, ha chiesto la protezione del Chapter Eleven, presso la Corte fallimentare del distretto del Delaware. Si tratta di una specie di amministrazione straordinaria che porta l'azienda al riparo dalle aggressioni dei creditori, permettendole di ristrutturare il debito e mettendo le basi per un risanamento.

American Apparel prevede di ultimare il suo piano di ristrutturazione entro sei mesi. Il piano è in attesa di approvazione da parte del tribunale fallimentare

L'azienda non chiude un bilancio in utile dal 2009 e, ora, pensa di portare da 300 a 135 milioni di dollari il debito, attraverso uno swap tra bond e azioni.

Charney ha fondato American Apparel nel 1989, quando lui aveva appena 20 anni.

L'azienda non chiude un bilancio in utile dal 2009

A luglio l'insegna, con sede a Los Angeles e negozi anche a Milano, alle colonne di San Lorenzo, e a Roma, aveva tagliato i costi per 30 milioni di dollari. Lo scorso aprile, Paula Schneider, amministratore delegato, aveva annunciato il taglio di 180 posti di lavoro.

A luglio, invece, la società di Los Angeles, aveva illustrato una ambiziosa strategia volta a salvare il marchio dopo le perdite dello scorso anno. Una nuova collezione per l'autunno, nuovi arrivi nel team dei dirigenti e un taglio ai costi di circa 30 milioni di dollari erano gli ingredienti della ricetta "salva American Apparel".

"Non ci può essere alcuna garanzia che la società abbia finanziamenti sufficienti a soddisfare le esigenze di liquidità per i prossimi dodici mesi senza raccogliere capitale aggiuntivo, e non ci può essere alcuna garanzia che sarà in grado di raccogliere tale capitale aggiuntivo", aveva sottolineato l'azienda in una nota.

Lunedì, invece, è arrivata la notizia dello stato di fallimento per l'azienda che conta 239 punti vendita in venti Paesi, oltre all'ecommerce attivo in 50 Paesi, e impiega 10mila persone.

Per ora, comunque, i punti vendita continueranno a operare fino a quando sarà raggiunto un accordo con i creditori sulla ristrutturazione del debito.

American Apparel
Dov Charney