American Apparel taglia i costi per 30 milioni di dollari

Futuro ancora incerto per American Apparel, dopo le polemiche con l'ex ceo Dov Charney, e dopo che, ad aprile, Paula Schneider, attuale amministratore delegato, aveva annunciato il taglio di 180 posti di lavoro (vedi FashionUnited del 6 aprile), l'azienda americana lancia un altro piano di ristrutturazione.

La società di Los Angeles, infatti, lunedì ha illustrato una ambiziosa strategia volta a salvare il marchio dopo le perdite dello scorso anno.

Una nuova collezione per l'autunno, nuovi arrivi nel team dei dirigenti e un taglio ai costi di circa 30 milioni di dollari sono gli ingredienti della ricetta "salva American Apparel".

L'azienda ha negozi a Milano e a Roma

La società sta pianificando la chiusura dei negozi che non perforammo, il taglio di alcuni posti di lavoro e l'apertura di store in aree profittevoli.

Previsti anche tagli di personale

"Non ci può essere alcuna garanzia che la società abbia finanziamenti sufficienti a soddisfare le esigenze di liquidità per i prossimi dodici mesi senza raccogliere capitale aggiuntivo, e non ci può essere alcuna garanzia che sarà in grado di raccogliere tale capitale aggiuntivo", ha sottolineato l'azienda in una nota.

Due figure che svolgeranno un ruolo chiave nella gestione del piano di rilancio sono Christine Olcu, il direttore generale global retail e Brad Gebhard, recentemente nominato presidente del wholesale.

Lo scorso aprile la Securities and Exchange Commission ha avviato un'indagine sulla gestione della rimozione di Charney. Charney ha presentato una querela contro American Apparel chiedendo circa di 40 milioni di dollari di danni.

Oggi l'azienda conta 239 punti vendita in venti Paesi, oltre all'ecommerce attivo in 50 Paesi, e impiega 10mila persone. L'etichetta made in Los Angeles dell'underwear glamour, colorato e sexy, ha negozi anche a Milano, alle colonne di San Lorenzo, e a Roma.