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Anche Levi's sospende le attività commerciali in Russia

Scritto da Isabella Naef

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Levi's website
Uno dei simboli della libertà e dell'occidente, il jeans di Levi Strauss & Co, protesta contro la guerra in Ucraina. L'azienda americana, infatti, sospenderà temporaneamente le operazioni commerciali in Russia, compresi eventuali nuovi investimenti, unendosi a molti altri brand occidentali che hanno interrotto le operazioni nel Paese dopo l'invasione dell'Ucraina.

Levi Strauss Foundation dona 200.000 dollari all'International rescue committee

Ad annunciarlo, ieri, attraverso una nota, la stessa azienda. Inoltre, in risposta alla crisi umanitaria in corso in Ucraina, che sta portando un numero crescente di rifugiati nei paesi dell'Europa orientale, la società ha deciso di donare più di 300.000 dollari alle organizzazioni no-profit che forniscono aiuto a coloro che sono colpiti dal conflitto in corso. L'azienda e la Levi Strauss Foundation stanno dando 200.000 dollari all'International rescue committee, che sta aiutando a sostenere gli individui e le famiglie sfollate dal conflitto, mentre il marchio Beyond Yoga che fa capo all'azienda dona 100.000 dollari a Care, che sta rispondendo ai bisogni immediati della popolazione dell'Ucraina.

"Dato l'enorme sconvolgimento che si sta verificando nella regione, che rende insostenibile la normale attività, LS&Co. sta temporaneamente sospendendo le operazioni commerciali in Russia, compresi eventuali nuovi investimenti. L'azienda si impegna a sostenere i suoi dipendenti, i partner e le loro famiglie colpite da questa decisione nei mesi a venire", si legge in una nota.

Nel 2021 circa il 4 per cento dei ricavi netti totali dell'azienda derivava dall'Europa dell'Est, la metà di questi riguardava la Russia. "Ma qualsiasi considerazione commerciale è chiaramente secondaria alla sofferenza umana vissuta da così tante persone. La comunità di LS&Co. continua a essere rattristata dal devastante conflitto in Ucraina e il nostro pensiero va a tutti coloro che sono stati colpiti, compresi i nostri dipendenti, i partner e i loro cari", ha aggiunto il management nella nota.

Nella lista delle maison che hanno deciso di sospendere le attività in Russia ci sono anche Lvmh, H&M, Chanel, Prada, Kering, Inditex

Nella lista delle maison che hanno deciso di sospendere le attività in Russia ci sono anche Lvmh, H&M, Chanel, Prada, Kering, Inditex. "Date le crescenti preoccupazioni per la situazione, la crescente incertezza e la complessità per operare, Chanel ha deciso di sospendere temporaneamente tutte le sue attività in Russia. Non spediremo più in Russia, chiuderemo le nostre boutique e abbiamo già sospeso l’ecommerce», ha sintetizzato, attraverso un post su Linkedin, la griffe francese Chanel.

Anche il gruppo spagnolo Inditex, cui fanno capo, tra gli altri, Zara e Massimo Dutti, ha "sospeso tutte le attività in Russia". E' quanto annuncia la società in una nota che ricorda come nel Paese vi siano 502 negozi, di cui 86 Zara, oltre al canale di vendita online. La Russia rappresenta l'8,5 per cento dell'Ebit totale del gruppo. Il retailer spagnolo ha sottolineato che attuerà un "piano speciale di sostegno" agli oltre 9000 dipendenti nel paese.

Nella lista delle maison che hanno deciso di sospendere le attività in Russia anche Lvmh, che, a partire da venerdì 4 marzo, ha chiuso gli ingressi delle sue 124 boutique. Lvmh ha comunicato che continuerà in ogni caso a pagare gli stipendi ai suoi 3.500 dipendenti nel Paese.

H&M, si legge sulla pagine Instagram del gruppo svedese, dopo aver chiuso i negozi in Ucraina per tutelare la sicurezza dei dipendenti e dei clienti, ha deciso di sospendere le vendite in Russia.

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