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Assopellettieri e sindacati insieme contro il dumping contrattuale

Scritto da Isabella Naef

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Il primo marzo Assopellettieri e le organizzazioni sindacali di categoria Femca-Cisl, Filctem-Cgil e Uiltec- Uil hanno firmato l’accordo per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro delle industrie manifatturiere delle pelli (circa 5.100 aziende per oltre 42.000 dipendenti, secondo le stime condotte sulla base dei dati Istat della competitività dei settori) che regolerà i rapporti economici e normativi tra le imprese e i lavoratori del comparto fino al 31 marzo 2023.

Gabbrielli: "ringrazio pubblicamente Gucci per il sostegno e l’impegno profuso a favore della filiera produttiva in questa importante trattativa"

“La conclusione di questo percorso rappresenta un risultato importante per tutto il sistema della pelletteria: anche grazie all’introduzione degli ‘Accordi di confluenza’ saranno garantiti la legalità e la sostenibilità sociale dichiarando al contempo che tra le aziende di pelletteria non c’è spazio per chi gioca sporco. Personalmente e a nome dell’Associazione ringrazio pubblicamente Gucci per il sostegno e l’impegno profuso a favore della filiera produttiva in questa importante trattativa, anche consentendo alla dottoressa Stefania Orselli, vice- presidente dell’Associazione e capo delegazione, di guidare la trattativa passo dopo passo con criterio e attenzione", ha sottolineato Franco Gabbrielli, presidente di Assopellettieri.

Tra le novità più importanti del rinnovo, le parti firmatarie, si legge in una nota, "segnalano una nuova iniziativa di sistema che, tramite il contrasto al dumping contrattuale (i cosiddetti “contratti pirata”), ha lo scopo di qualificare tutta la catena produttiva, dalle grandi aziende committenti alle imprese dei settori degli appalti e della sub-fornitura, per innalzare complessivamente gli standard di sostenibilità sociale e le garanzie di qualità dei prodotti e dei processi lungo tutta la filiera produttiva".

Assopellettieri e sindacati, ha proseguito la nota, hanno riaffermato che la notevole diffusione di queste situazioni di dumping contrattuale, che riguarda sia gli aspetti economici, sia quelli normativi dei rapporti di lavoro, e la conseguente situazione di distorsione della concorrenza che ne deriva non giovano alla crescita complessiva della qualità del lavoro nella moda e, quindi, alla qualità e al pregio delle produzioni e dei prodotti di moda italiani né, tantomeno, corrispondono al valore della responsabilità sociale dell’impresa che rappresenta un vanto assoluto per i prodotti di moda del nostro Paese.

In concreto, le parti contrattuali si sono assunte la responsabilità di indicare a tutte le imprese della filiera della pelle una via concreta che in tempi congrui possa consentire un miglioramento tangibile della situazione.

Tutto ciò agendo su due fronti: da una parte, per incentivare le aziende che attualmente applicano ai propri dipendenti i cosiddetti “contratti pirata”, "sì è tracciato un percorso di progressiva confluenza nell’applicazione dei contratti nazionali firmati dalle associazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale".

Dall’altra, si legge nella nota, "le imprese committenti, cioè le grandi imprese della moda, ma non solo, inseriranno nei propri contratti di appalto e di fornitura l’impegno in capo agli appaltatori e ai fornitori (e ai sub-appaltatori e sub-fornitori) dell’applicazione dei contratti nazionali firmati dalle associazioni datoriali e sindacali maggiormente rappresentative sul piano nazionale o, in subordine, l’impegno a sottoscrivere i suddetti “Accordi di confluenza”.

Foto: Assopellettieri, dall'ufficio stampa

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