Bernard Arnault si assicura il controllo del Gruppo Lvmh per i prossimi 30 anni

Il miliardario francese Bernard Arnault ha consolidato il suo controllo sul Gruppo Lvmh per i prossimi tre decenni. La transizione, inizialmente prevista al momento della sua scomparsa, è stata ora innescata dal compimento del 25esimo anno di età del figlio minore, Jean Arnault. Invece di passare il controllo a una fondazione belga, il controllo passerà a una società in accomandita semplice chiamata Financière Agache.

L’ultimo dei figli di Bernard Arnault, già a capo della divisione dedicata all’orologeria della maison Louis Vuitton, ha compiuto gli anni, ieri, lunedì 23 ottobre. Da ieri, quindi, il numero uno del colosso del lusso francese ha consegnato ai suoi cinque eredi la cassaforte del suo impero.

I piani per la successione alla guida di Lvmh sono stati definiti nei minimi dettagli. Il controllo passerà ad Agache, attraverso cui la famiglia Arnault detiene il 48,18 per cento delle azioni e il 63,71 per cento dei diritti di voto di Lvmh.

L’articolo 10 dello statuto prevede che possano essere azionisti della società solo i cinque fratelli o i loro eventuali discendenti diretti, ma nessuno potrà vendere azioni prima del 2052. Fino al compimento dei suoi 95 anni di età, secondo lo statuto di Agache, Arnault rimarrà alla guida in qualità di amministratore con poteri illimitati.

Lvmh Moët Hennessy Louis Vuitton ha registrato una crescita organica delle vendite del 14 per cento nei primi nove mesi del 2023 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Tutte le attività hanno registrato una crescita organica sostenuta delle vendite nel periodo, a eccezione di Vini e alcolici, in calo del 7 per cento.

Nei nove mesi dall’inizio dell’esercizio i ricavi hanno sfiorato i 62,2 miliardi di euro. Tenendo conto dell'impatto negativo del tasso di cambio del 4 per cento, le entrate del gruppo sono aumentate del 10 per cento. Sui risultati ha pesato il terzo trimestre, in salita solo dell’1 per cento a causa dell’impatto dell’inflazione e dei tassi d’interesse elevati sulla spesa dei consumatori. Nei tre mesi il fatturato è stato di 19,9 miliardi di euro, in aumento del 9 per cento su base organica.