Camera della moda elabora delle proposte per salvare il made in Italy
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"Un taglio degli oneri fiscali e sociali delle imprese coinvolte nella crisi per contenere il costo del lavoro e provvedimenti per agevolare una riduzione unilaterale temporanea delle ore lavorative per tutti i dipendenti a tempo indeterminato e determinato fino a un massimo del 35/40 per cento". Sono queste alcune delle proposte elaborate ieri da Camera nazionale della moda italiana in questo particolare momento di emergenza.
Camera moda: è a rischio la filiera produttiva
Il documento è stato inviato alla presidenza del Consiglio e ai ministeri competenti, con cui Camera della moda è in costante contatto.
"Il settore moda rappresenta la seconda industria del Paese, l’Italia è il primo produttore di moda del lusso al mondo e il primo produttore di moda in Europa. La crisi economica generata dall’emergenza che il nostro Paese sta affrontando, comporterà per l’industria della moda italiana una serie di conseguenze inattese e inevitabili nel breve periodo che impatteranno sull’equilibrio finanziario, la continuità produttiva ed occupazionale anche di medie e piccole imprese e realtà di eccellenza artigianale, almeno per tutto l’arco del 2020", si legge in una nota diffusa ieri.
A essere a rischio è la filiera produttiva che solo l’Italia vanta nel mondo, ha specificato l'associazione.
Il decreto “Cura-Italia” ha recepito alcune delle misure proposte da Cnmi. "Il nostro auspicio è che altri interventi possano essere accolti nei futuri provvedimenti", ha aggiunto l'associazione.
Ecco nel dettaglio quali sono le proposte avanzate da Camera della moda. Un taglio degli oneri fiscali e sociali delle imprese coinvolte nella crisi per contenere il costo del lavoro. Provvedimenti per agevolare una riduzione unilaterale temporanea delle ore lavorative per tutti i dipendenti a tempo indeterminato e determinato fino a un massimo del 35/40 per cento per assicurare a tutti occupazione, anche se in forma ridotta.
E ancora, "provvedimento di finanziamento di una cassa integrazione speciale per i casi di crisi aziendale più gravi; riconoscimento della situazione di forza maggiore per permettere una auto-riduzione temporanea degli importi dei contratti di affitto fino ad un massimo del 50 per cento, con sospensione delle conseguenze civili che questo comporterebbe (rescissione dei contratti, azioni legali, decreti ingiuntivi etc.).
Ripotenziamento dell’Ace, ossia aiuto alla crescita economica e istituzione di un fondo di garanzia che aiuti le banche a dilazionare le scadenze dei mutui, congelare gli interessi e a concedere o aumentare le linee di credito necessarie a superare l’impasse delle probabili crisi finanziarie, sono altri provvedimenti suggeriti cosi come l'introduzione di misure che possano spingere la Pubblica amministrazione ad accelerare i pagamenti alle imprese, così da immettere direttamente liquidità nel sistema senza passare tramite le banche, aumentando la capacità di tenuta delle aziende stesse.
Sospensione degli anticipi delle imposte di giugno e di novembre che, alla luce del probabile crollo della redditività delle imprese nel 2020, rappresenterebbero un pericolosissimo aggravio nel loro equilibrio finanziario, creando ulteriori crediti verso l’erario in un momento di difficoltà; introduzione di incentivi fiscali per promuovere il dirottamento delle produzioni verso il made in Italy, fanno parte delle indicazioni di Camera della moda.
Deducibilità doppia degli investimenti in digital marketing, per spingere la sola modalità distributiva che potrebbe non essere così colpita dalla emergenza; aiuti diretti alle piccole medie imprese, anche artigiane, al fine di consentirne una veloce ripresa in modo da non demolire quel tessuto unico che caratterizza il made in Italy e l’industria al livello mondiale di prodotti di alta qualità, concludono la lista dei provvedimenti contenuti nel documento inviato da Camera della moda alle istituzioni.
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Foto: Carlo Capasa, dall'ufficio stampa di Camera della moda, credit Sgp