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Carenza di liquidità e calo dei consumi: il 60 per cento delle imprese è in difficoltà

Scritto da Isabella Naef

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Passata la grande emergenza legata alla diffusione della pandemia da Covid-19 e finito il lockdown, si fanno i primi bilanci sullo stato delle imprese e sui problemi che ne compromettono la continuazione delle attività-

Carenza di liquidità e calo dei consumi hanno rappresentato il principale ostacolo all'attività di impresa durante l’emergenza sanitaria mettendo in difficoltà il 60 per cento delle imprese del commercio e della ristorazione. Quasi il 30 per cento, invece, tra burocrazia e le necessarie procedure di sanificazione, igienizzazione e altri protocolli di sicurezza, ha visto incrementare i costi.

Alcune imprese sono vittime di tentativi di acquisizione per un prezzo fuori mercato

Questi alcuni dei dati resi noti nei giorni scorsi da Confcommercio in seguito a un'indagine in collaborazione con Format research basata su 701 interviste a un campione rappresentativo degli imprenditori di micro e piccole imprese dei settori del commercio e della ristorazione. L'indagine è stata effettuata dal 19 al 22 maggio con il sistema cati (computer assisted telephone interview).

Tornando ai numeri dell'indagine, risulta anche un 11 per cento di imprese che indica nella criminalità un ulteriore, pericoloso ostacolo allo svolgimento della propria attività. In particolare, circa il 10 per cento degli imprenditori, in questo periodo, risulta esposto all'usura o a tentativi di appropriazione anomala dell’azienda.

La percentuale cresce fino a quasi il 20 per cento per quegli imprenditori che sono molto preoccupati per il verificarsi di questi fenomeni nel proprio quartiere o nella zona della propria attività. I due terzi delle imprese giudicano, spiega Confcommercio, comunque, efficaci le azioni di contrasto delle forze dell’ordine e della magistratura e ritengono fondamentale ricorrere alla denuncia, ma ancora oggi quasi 1 impresa su 3, di fronte a questi fenomeni criminali, non sa cosa fare.

Una percentuale analoga (8,8 per cento) a quella registrata per l’usura viene rilevata da Confcommercio rispetto alla notizia acquisita attraverso canali personali per quanto riguarda le imprese che hanno subito dei tentativi di essere acquisite per un prezzo fuori mercato, ossia molto inferiore o molto superiore a quello reale, sempre nella medesima zona dove operano con la propria attività. La notizia di accadimenti del genere è stata appresa in prevalenza, anche in questo caso, attraverso il passaparola tra imprenditori, spiega Confcommercio.

Non deve stupire la formulazione della domanda nei termini di "prezzi fuori mercato". "Prezzi troppo bassi o troppo elevati indicano un’anomalia nel libero gioco delle forze imprenditoriali; prezzi troppo elevati, per esempio, tradiscono sovente l’intento acquisitivo di attività reali finalizzato al riciclaggio, un tema, purtroppo, non nuovo nel panorama italiano", sottolinea il comunicato.

Foto: Pexels

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