Carlo Pignatelli scrive una lettera a Giuseppe Conte
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Carlo Pignatelli, venerdì scorso, ha inviato una lettere a Giuseppe Conte, presidente del Consiglio dei ministri, chiedendo aiuti economici e un confronto puntale con le aziende del settore dell’abbigliamento da cerimonia, fortemente penalizzate dalla pandemia. “Egregio Presidente Conte”, si legge nella lettera, “da stilista-imprenditore e, in primis, da rappresentante di lungo corso di un settore importante del made in Italy, come quello delle cerimonie, non posso però tirami indietro e chiudere gli occhi davanti a una situazione di grave disagio a tutti i livelli del nostro comparto e di tutta la filiera coinvolta, di cui mi faccio portavoce in questa lettera aperta. Le cerimonie hanno infatti un ruolo strategico in Italia: sono momento fondamentale della vita di coppia e il più delle volte vero e proprio punto di partenza per la nascita delle nostre famiglie, contribuendo a rafforzare l’identità culturale dell’intera nazione. Il matrimonio, ancora oggi, è un traguardo sognato e ricercato da molti giovani. E i numeri parlano chiaro, con circa 220 mila funzioni all’anno, a cui si aggiungono le circa 9.000 celebrate da cittadini esteri che scelgono il Belpaese come meta per il loro giorno più importante”, ha scritto lo stilista.
“Con questa mia lettera Le chiedo, prima che sia troppo tardi, di prevedere degli aiuti economici anche al nostro compartimento, a fronte di oltre 65mila matrimoni annullati nel solo 2020 e non ancora riprogrammati. Chiedo anche la possibilità di un confronto sui futuri provvedimenti inerenti il mondo delle cerimonie, mondo che conosco da oltre 50 anni. Sarei molto onorato di poter mettere a disposizione degli enti governativi la mia esperienza per poter dare suggerimenti utili per la stesura di protocolli volti alla corretta e sicura celebrazione e festeggiamento dei matrimoni”, ha sottolineato, ancora, lo stilista, auspicando che il premier possa accogliere questo appello, “che mi sento di poter fare a nome di tutto il comparto”.
Foto: Carlo Pignatelli, dall’ufficio stampa