Censis: per gli italiani tessile e moda creano occupazione e reddito
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Tessile moda e accessorio sono importanti per il 95,7 per cento degli italiani
Lo studio del Censis mette in luce che, se nel prossimo triennio si ritagliasse un pacchetto di investimenti per il settore di 6 miliardi, il ritorno in termini di crescita sarebbe enorme: la produzione industriale crescerebbe di oltre 11 miliardi e il fatturato di quasi 20.
Lo studio del Censis evidenzia anche il ruolo della moda nel favorire il benessere e la crescita sociale, a più livelli. In primo luogo emerge che il 48,1 per cento dei cittadini è convinto che il settore moda promuova il rispetto del lavoro e dei lavoratori in ogni ambito di sua competenza. Una opinione che è condivisa da quote trasversali ai gruppi sociali, in particolare al Centro (50,5 per cento) e al Sud e nelle isole (54,8 per cento).
Il 68,8 per cento degli italiani ritiene che il settore della moda produca cultura
Inoltre, il 68,8 per cento degli italiani ritiene che il settore della moda, attraverso i suoi prodotti, abiti e accessori, produca cultura come l’arte, la danza, la musica o la letteratura. Il 61 per cento ritiene che la moda, attraverso il vestire bene, promuova nella società il gusto estetico e il senso del bello. È una opinione condivisa trasversalmente ai vari gruppi sociali e territori, con valori più elevati tra le donne (63 per cento) e i residenti nel Sud e Isole (67,7 per cento).
Tra le dimensioni valoriali che più suscitano attenzione negli italiani, l'analisi evidenzia che ha un posto di primo piano la sostenibilità, come rapporto dei processi produttivi, di distribuzione e vendita con la tutela ecologica e la lotta al riscaldamento globale.
Preso atto che un investimento pubblico di 6 miliardi di euro in tre anni dedicato alla filiera del tessile, moda e accessorio porterebbe enormi vantaggi economici, culturali e sociali, lo studio di Confindustria moda e Censis "non solo porterebbe i risultati auspicati, ma individua aree di intervento specifiche ad alto impatto strategico", si legge in una nota di Confindustria moda.
Tra le aree individuate figura il sostegno fiscale: essenziale è promuovere una fiscalità amica per investimenti, anche privati, anche rivolti a ricerca e sviluppo su design e innovazione estetica. "È auspicabile un piano di contributi e incentivi mirati al sostegno delle produzioni, alla partecipazione alle fiere internazionali delle imprese del settore, a favorire processi di reshoring ed evitare fughe all’estero in futuro, alla transizione al digitale", prosegue la nota.
Investimenti green per favorire la transizione a metodi, tecniche, strumenti green è un'altra area di intervento, così come la formazione e il supporto alla crescita. "La potenza economica del settore moda si riflette nel suo essere parte integrante di comunità e territori in cui opera come potente veicolo di coesione sociale. Aspetti anche oggi decisivi, da rilanciare anche tramite la creazione di collaborazioni virtuose a livello territoriale, che favoriscano la crescita strutturale delle imprese anche attraverso meccanismi aggregativi", si legge nel comunicato.
“Il tessile, moda e accessorio è una delle più grandi eccellenze italiane non solo per la sua portata economica, ma per la capacità di creare ricchezza diffusa anche da un punto di vista sociale e culturale. Non di meno, la nostra industria è uno dei propulsori del brand made in Italy nel mondo il che significa essere un boost per il soft power di tutto il Paese. Da questo punto di vista, l’impatto che il tessile, moda e accessorio ha, travalica i confini del settore, creando effetti trasversalmente positivi in ogni ambito dell’economia e della società italiana”, ha commentato Ercole Botto Poala, presidente di Confindustria. moda.