Cerved: nel 2024 il sistema moda crescerà del 13 per cento
loading...
Nel 2024 il sistema moda crescerà del 13 per cento. Nel dettaglio, nel 2024, i comparti che crescono maggiormente rispetto al 2021 nello scenario base sono i servizi non finanziari (+16,6 per cento), il sistema moda (+13,3 per cento) e la logistica e trasporti (+11,1 per cento). Queste le principali evidenze dal Cerved Industry forecast, lo studio di Cerved che analizza l’evoluzione dei ricavi delle imprese italiane nel biennio 2023-24. L’analisi evidenzia dati fortemente differenziati a livello settoriale per la diversa esposizione agli shock in corso: energia, inflazione, materie prime, tensioni geopolitiche.
Il sistema moda godrà di un rimbalzo in quanto ha sofferto a lungo per il Covid
"Nonostante il peggioramento della congiuntura economica e il clima di elevata incertezza, le imprese italiane hanno chiuso il 2022 con ricavi in crescita. La persistenza di fattori critici, come inflazione e shock energetico, si rifletterà però in una stagnazione dei conti economici nel 2023-24 (che già da quest’anno potrebbe diventare contrazione nello scenario più pessimistico), con effetti diversificati tra i settori: tra i più colpiti, elettromeccanica, informazione e comunicazione, agricoltura, mentre godranno di un rimbalzo quelli che hanno sofferto più a lungo per il Covid, come il sistema moda; le performance di servizi non finanziari e costruzioni dipenderanno molto dallo scenario incerto", si legge in una nota.
Nel 2024 il fatturato sarà comunque più alto rispetto al 2021: difficoltà per automotive e agricoltura, mentre andrà bene per logistica e trasporti. Come è facile immaginare, i settori più esposti saranno quelli energivori e più dipendenti da materie prime.
Il modello di previsione utilizzato da Cerved è stato costruito considerando l’andamento di variabili microeconomiche, settoriali e macroeconomiche, sintetizzando la congiuntura in due possibili scenari: base, caratterizzato da sviluppi positivi verso la risoluzione del conflitto russo-ucraino, stabilizzazione dei prezzi di commodities ed energia e gestione efficiente dei fondi pubblici del Pnrr; e pessimistico, in cui si osserverebbero un’escalation del conflitto, persistente inflazione e difficoltà nell’implementazione dei piani del Pnrr.
La variabilità è legata all'incertezza su inflazione e rincari energetici
“La variabilità così marcata delle prospettive è legata alla grande incertezza sui possibili impatti di inflazione e rincari energetici. Nello scenario peggiore, l’inflazione si tradurrebbe in un’erosione più marcata del reddito e delle spese delle famiglie, con ricadute negative su turismo, ristorazione e altri servizi al consumo. In maniera analoga, la persistenza dei rincari su energia e materie prime spingerebbe le aziende a proseguire il contenimento dei costi per i servizi. Finora questa ricetta ha funzionato per far quadrare i conti e mitigare i rischi, ma è importante che il sistema produttivo si doti di strumenti e tecnologia adeguati per reagire efficacemente agli shock”, ha sottolineato Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved.
In base alle stime effettuate da Cerved, nel 2022 i fatturati reali delle imprese sono cresciuti del 3,1 per cento, un dato che a causa dell’inflazione è inferiore in maniera nettissima rispetto ai valori nominali (18,2 per cento). La ripresa post-pandemica cesserà però nel 2023, con i ricavi previsti in forte decelerazione nello scenario base (+0,5 per cento) e addirittura in contrazione dell’1,1 per cento nello scenario pessimistico, che nei tre anni dal 2021 al 2024 vedrebbe una crescita del fatturato reale di solo il 2,1 per cento. La variabile inflattiva continuerà a giocare un ruolo chiave nella pianificazione aziendale dei prossimi anni: nello scenario più roseo, il 2024 vedrà un incremento nominale del fatturato del 24,1 per cento a fronte di un aumento reale del solo 4,8 per cento rispetto al 2021.
Stando alle previsioni, nel 2023 il comparto che cresce maggiormente è quello dei mezzi di trasporto, che beneficia di un forte rimbalzo dopo le perdite subite a causa dei rallentamenti della supply chain e della carenza dei chip. I servizi non finanziari e le costruzioni mostrano invece la maggiore sensitività rispetto all’evoluzione dello scenario.
L’elettromeccanica è il comparto con le peggiori performance (-1,9 per cento nello scenario base, -3,7 per cento in quello worst), con difficoltà legate soprattutto al calo della domanda estera (Germania e Usa), ma non se la cava bene neanche informazione e comunicazione (-0,4 per cento e -2,9 per cento), rallentato dalla frenata degli investimenti nel marketing pubblicitario e dalle tensioni geopolitiche e commerciali nell’ambito telecomunicazioni.