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Cnmi: gli operatori della moda ricevono lo stipendio senza ritardi

Scritto da Isabella Naef

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Gli operatori della moda godono di condizioni lavorative e meccanismi di tutela sociale relativamente solidi, senza pari rispetto a molti altri fornitori esteri. Quasi tutti i fornitori del comparto operano nel pieno rispetto delle leggi, mentre quasi il 100 per cento dei lavoratori ha dichiarato di ricevere puntualmente lo stipendio, senza ritardi.

Il salario medio lordo presso i fornitori è pari a 2.062 euro

Sono questi alcuni dei dati che Camera nazionale della moda italiana ha diffuso contemporaneamente alla pubblicazione del “Rapporto sulla sostenibilità sociale: un sondaggio tra i fornitori di moda di lusso sulle condizioni salariali in Italia”. Il Rapporto è accompagnato da un Piano d’azione sulla sostenibilità sociale, per impegnarsi a creare condizioni salariali eque e una maggiore sostenibilità sociale sul luogo di lavoro nel settore del lusso.

Il salario medio lordo presso i fornitori interpellati era di 2.062 euro al momento del sondaggio (secondo semestre 2019 – inizio 2020), ossia superiore quasi del 50 per cento allo stipendio minimo per l’Italia (calcolato da Fair Wage Network a 1.387 euro). I risultati del sondaggio rivelano quindi che il settore del lusso, grazie ai meccanismi di contrattazione collettiva e all’impegno per la qualità, eroga salari equi, piuttosto che meramente sufficienti.

“L’obiettivo del Rapporto sulla sostenibilità sociale e del Piano d’azione preparato con Cnmi è comprendere meglio il contesto della supply-chain italiana e supportare l’industria per l’adozione e l’attuazione nella cultura aziendale di alcuni principi base. L’iniziativa costituisce un primo passo e mira a migliorare progressivamente le condizioni salariali lungo le filiere, garantendo la coerenza necessaria quando si tratta di salari”, ha sottolineato Carlo Capasa, presidente di Cnmi.

Nel 2019-2020, prima della pandemia globale, Fair Wage Network, insieme a Cnmi, ha condotto un sondaggio unico tra 45 fornitori nazionali, dalle piccole botteghe artigianali alle grandi industrie, per tutti i tipi di attività del settore lusso, tra cui tessile, pelletteria, calzature, accessori e molti altri prodotti. Il sondaggio si è avvalsa di interviste a quasi 1.100 dipendenti in tutte le regioni italiane. In alcune fabbriche, il livello tecnologico, ma anche il know-how in termini di qualità e abilità artigianale, "si è rivelato rimarchevole e capace di posizionare chiaramente l’Italia come esclusivo luogo di innovazione e qualità nel settore lusso", si legge in una nota.

È stato confermato che gli elevati standard italiani, spiega un comunicato di Camera della moda, "si devono all’esistenza di contratti collettivi che aiutano ad adeguare regolarmente i salari grazie a consultazioni con i sindacati di riferimento. Il 100 per cento dei 45 fornitori ha dichiarato di aderire a un contratto collettivo".

I salari contrattuali consentono ai fornitori del settore lusso di aumentare i salari regolarmente e di garantire che i lavoratori e le loro famiglie possano far fronte alle loro esigenze in termini di beni di consumo e servizi primari.

Nel dettaglio, il rapporto ha evidenziato che quasi tutti i fornitori operano nel pieno rispetto delle leggi, mentre quasi il 100 per cento dei lavoratori ha dichiarato di ricevere puntualmente lo stipendio, senza ritardi.

Nel complesso, l’81 per cento dei lavoratori era pienamente (24 per cento) o parzialmente (57 per cento) soddisfatto dalle proprie condizioni di lavoro, mentre l’82 per cento era del tutto soddisfatto del salario (16 per cento) o parzialmente soddisfatto (66 per cento).

Foto: Pexels

Bilancio di sostenibilità sociale
Camera della Moda
Camera Nazionale de la Moda Italiana
CARLO CAPASA
CNMI
Fair Wage
Social Sustanability Report
sostenibilità sociale