Come accorciare i tempi di produzione: uno studio Roland Berger
loading...
Quasi metà delle industrie del lusso e del fashion a livello mondo sta cercando il modo per accorciare i tempi di produzione e distribuzione delle proprie collezioni.
L’obiettivo è di competere con i fast-fashion retailer e adattarsi ai tempi imposti dai giganti dell’ecommerce come Asos, Zalando e Yoox Net-A-Porter. Stando alle stime di Roland Berger il 40 percento dei fashion retailer è alla ricerca di nuovi fornitori in grado di rispettare i tempi imposti dal mercato.
Roland Berger: solo una azienda su 5 è in grado di gestire la propria rete di fornitori in modo strategico
Nel dettaglio, lo studio Dynamic Supplier management elaborato da Roland Berger ha esaminato i desiderata delle aziende sul fronte della supply chain. “Al momento solo una azienda su 5 è in grado di gestire la propria rete di fornitori in modo strategico. Tutti gli altri sono ancora in alto mare con ovvie inefficienze lato tempi e costi”, si legge in una nota di Roland Berger.
La società ha ideato un metodo di analisi strategica dell’intera supply chain, denominato proprio Dynamic supplier ,anagement, e volto a ridurre al minimo il time-to-market dei singoli player. Al centro dell’approccio degli analisti della società di consulenza strategica tedesca, c’è la segmentazione dei fornitori in diversi gruppisulla base delle necessità della domanda. Per esempio: un gruppo formato da fornitori veloci e flessibili; uno dedicato a quelli più creativi, perfetti per le nuove collezioni; un altro dedicato alle richieste speciali, e così via. Per ciascun gruppo vengono determinati Kpi di performance e specifiche scale di valutazione che permettono di tenere continuamente monitorati gli obiettivi strategici stabiliti a monte.
Il primo step, svolto annualmente, prevede la creazione dei diversi gruppi di fornitori, da classificare in base alla strategia dell’azienda e alle richieste specifiche del mercato. Esempi di caratteristiche possono essere la velocità, la flessibilità, il focus creativo e il grado di specializzazione. E non i cluster più tradizionali quali l’area geografica o il prezzo. Il secondo passo prevede di stabilire una scala di valutazione specifica per ogni segmento di fornitori in modo da creare un sistema di decision-making trasparente e obiettivo. Il terzo step riguarda il calcolo dei risultati per i singoli fornitori appartenenti ai cluster. Il monitoraggio continuo mette in luce i punti di forza e di debolezza di ogni canale di fornitura, rivelando i rapporti che conviene implementare e quali invece necessitano correzioni o addirittura soppressioni.
Inoltre, sempre stando allo studio Dynamic supplier management di Roland Berger, appena il 5 percento delle aziende attive nel mondo fashion utilizza sistemi It in grado di scambiare automaticamente informazioni con l’intera filiera. Il restante 95 percento è ancora legato a sistemi tradizionali non affatto sufficienti a garantire un dialogo costante e in tempo reale con i fornitori.
Foto: Roland Berger