Come entrare nel mercato dell'Arabia Saudita e sfruttarne le possibilità di sviluppo del business
Si è svolta a ottobre la prima edizione della Saudi lifestyle week, nuovo evento business to business dedicato a moda, sportswear, interior e lifestyle, in programma. Importante la presenza di aziende italiane coordinate in collaborazione con Emi, Ente moda Italia, Confindustria Moda, Assocalzaturifici, Assopellettieri, Associazione italiana della pellicceria e Assosport. Insomma, la rapida trasformazione dell’Arabia Saudita sta attirando un forte interesse da parte dei brand internazionali. Solo il settore moda e accessori, valutato oltre 30 miliardi di dollari nel 2023, si stima supererà i 42 miliardi di dollari entro il 2028, spinto da una popolazione giovane, cosmopolita e con crescente capacità di spesa. FashionUnited ha intervistato Marriam Mossalli, ex giornalista con oltre 15 anni di esperienza come contributing editor per testate internazionali, e una delle voci più autorevoli della moda in Arabia Saudita. Definita dai media "l'ambasciatrice saudita della moda”, Mossalli ha ottenuto riconoscimento globale per le sue iniziative innovative nel Regno, in particolare per il ruolo che svolge nel valorizzare l’industria della moda saudita collaborando con clienti locali e internazionali.
Mossalli è anche la fondatrice del Saudi style council, un punto di riferimento per la scena creativa saudita, nato con l’obiettivo di guidare e promuovere i talenti locali, contribuendo a collocare l’Arabia Saudita sulla mappa internazionale della moda. Oggi svolge un ruolo chiave come punto di raccordo tra le aziende italiane e quelle saudite, favorendo la collaborazione creativa e commerciale tra i due Paesi.
Quali sono le reali opportunità delle aziende della moda italiane all'estero in questo momento? Sono rivolte soprattutto alle aziende del lusso oppure anche ai marchi premium?
Esiste un enorme potenziale all’interno dei Paesi del Gcc (ossia i Paesi del Gulf cooperation council: Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar e Bahrein, ndr) e, in particolare, dell’Arabia Saudita, dove l’agenda Vision 2030, un insieme ambizioso di trasformazioni economiche, sociali e culturali che aspirano a rendere la nazione una meta di prim’ordine, ha attratto investimenti globali e innescato progetti di sviluppo come Neom (a nord-ovest dell’Arabia Saudita è un punto focale di Vision 2030 e sarà un polo per l'innovazione, uno stile di vita sostenibile e l'ecoturismo, ndr), Qiddiya (il cui obiettivo è promuovere stili di vita più sani per sauditi e visitatori, ndr) e Diriyah (al confine di Riyad, la città di Diriyah è un punto di riferimento della storia saudita, patrimonio mondiale dell'Unesco, sarà preservata in modo che i visitatori possano apprezzarla per gli anni a venire, ndr). Si tratta inoltre della popolazione più giovane (il 70% ha meno di 30 anni) e tra le più abbienti al mondo, spesso orientata verso proposte di lusso. Un esempio concreto: la Saudi lifestyle week, la prima fiera business to business di moda del Paese, ha portato a Riyadh 168 brand internazionali, di cui oltre 60 italiani, la più ampia partecipazione straniera con un margine significativo. Il lusso domina naturalmente, ma il premium e il contemporary, prêt-à-porter, pelletteria e accessori, stanno guadagnando grande trazione in una demografia che apprezza qualità e rilevanza estetica.
Qual è l'approccio migliore per approdare sul mercato dell'Arabia Saudita?
Il percorso più efficace resta invariato: assicurarsi un partner locale affidabile, che sia una consulenza privata o una delle iniziative governative create appositamente per facilitare l’investimento straniero. Da qui, è fondamentale sfruttare la comprovata forza dell’Arabia Saudita nei format retail temporanei e ibridi: siamo i creatori del “bazaar” in stile temporaneo. Pop-up, mall o altre aree ad alta affluenza permettono ai brand di testare la risposta del mercato, affinare il posizionamento e generare slancio prima di impegnarsi in spazi permanenti. In un mercato che ha inventato il “souk” multimarca e oggi guida nelle esperienze phygital, questo approccio graduale è strategico e perfettamente allineato alla cultura locale.
Quali sono le esigenze del mercato, sia dal punto di vista stilistico, sia di pricing per i marchi che desiderano sbarcare su questo mercato?
Il consumatore saudita di oggi è esigente e informato a livello globale. L’accesso tramite ecommerce e social ha spostato le priorità dalla mera disponibilità al valore reale: qualità eccezionale, design attento, e prezzi che rispettino l’intelligenza del cliente. Dal punto di vista stilistico, l’antica idea di una "modestia uniformata" non è più valida (il termine modest fashion, moda modesta, si riferisce ad una tendenza della moda nelle donne di indossare abiti sobri che coprano maggiormente il corpo e che non siano aderenti, ndr). Sebbene sia necessaria un’elegante copertura in contesti misti, le donne saudite abbracciano pienamente le tendenze internazionali negli ambienti femminili, nei resort e in viaggio. Il filo conduttore è sempre lo stesso: tessuti, tagli e finiture che risultino lussuosi in ogni fascia prezzo.
Che tipologia di brand sauditi sono interessati a stringere collaborazioni con le aziende italiane e quali realtà del made in Italy possono avvantaggiarsi da questo interesse?
I brand sauditi realmente in ascesa sono quelli che riconoscono la superiorità dell’artigianalità italiana e cercano partnership produttive significative. Poiché la capacità produttiva locale è ancora in sviluppo, gli atelier e i produttori italiani, soprattutto quelli abituati a realizzare piccole tirature di alta qualità, sono nella posizione ideale. Laboratori a conduzione familiare, produttori specializzati di pelletteria e accessori e tessiture in grado di supportare marchi emergenti sono attualmente i partner più richiesti.
In cosa consiste esattamente la sua attività?
Attraverso Niche Arabia progetto ed eseguo strategie di market-entry, gestisco comunicazioni capaci di attirare l'attenzione localmente, facilito l’interazione con i canali governativi e, soprattutto, metto in contatto le maison internazionali con le controparti saudite più adatte. Niche Arabia è una consulenza pluripremiata con numerose iniziative pionieristiche nel proprio portfolio, come, per esempio, la prima sfilata di moda pubblica mista, il primo female sport day, la prima sfilata al Red Sea, ed è focalizzata sulla creazione di partnership significative, strategiche, sostenibili e capaci di elevare entrambe le parti.
Intervista condotta per iscritto
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