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Come muoversi sul mercato cinese

Scritto da FashionUnited

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La profonda transizione che la Cina sta affrontando, la porterà a essere un’economia avanzata basata su consumi, servizi e innovazione come previsto dal piano made in China 2025. Tra i driver di questa trasformazione, anche quello dell’urbanizzazione, che nel 2017 ha registrato un nuovo record con il 58,52 percento della popolazione che vive in aree urbane, il più alto tasso di urbanizzazione di sempre in un Paese che ormai conta 260 città con più di un milione di abitanti (contro 18 in Unione Europea e 10 negli Usa).

Questi alcuni dei dati emersi qualche giorno fa, a Milano, nel corso dell’evento organizzato da East Media e Fondazione Italia Cina, con la partecipazione di Global Blue e WalkTheChat Milano, “La Cina e il boom dei consumi”.

Insomma, se è noto che la Cina è un mercato in continua espansione e sempre più interessante per le imprese italiane, decidere di puntarvi non basta, bisogna saperlo fare studiandone comportamenti e attitudini.

“Negli ultimi dieci anni, il mercato italiano ed europeo del Tax free shopping ha visto i turisti cinesi crescere e consolidare la propria leadership come prima nazionalità sia in Italia, sia in Europa” ha detto Antonella Bertossi, partner relationship e marketing manager di Global Blue Italia. “Una tendenza positiva che viene confermata anche dai dati registrati nella nostra Lounge di Milano. Nel 2017 sono stati oltre 8.600 i viaggiatori cinesi accolti, in crescita del 79 percento rispetto al 2016, anno in cui sono stati circa 4.800. Tale nazionalità non ha fatto evidenziare invece variazioni in termini di scontrino medio, che è rimasto sostanzialmente invariato: 1.823 euro nel 2017 rispetto ai 1.829 euro del 2016”.

Anche nel 2018 Global Blue continuerà a sviluppare i propri servizi esclusivi con l’obiettivo di garantire ai globe shopper cinesi, e non, la migliore shopping experience nel nostro Paese”, ha aggiunto Bertossi. “Una garanzia, quella della shopping experience, che deve essere mantra anche per le aziende operanti direttamente in Cina.

“In Italia si tende a pensare che il made in Italy si venda da sé. Ma non è così”, ha spiegato Jiaqi Luo, marketing specialist di East Media. “Per comunicare il valore di una risorsa importante come quella del made in Italy è importante adottare un approccio che comprenda il background culturale. L’utente finale cinese spesso non conosce valori che gli italiani danno per scontati. Nel settore arredo per esempio il marmo di Carrara è conosciuto quasi dappertutto. Ma in Cina chi conosce Carrara?” , ha sottolineato Luo.

Foto: Un momento del convegno, credit East Media e Fondazione Italia Cina press office
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