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Confcommercio: a ottobre inflazione al 10 per cento

Scritto da Isabella Naef

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Pexels, Jack Sparrow
La tendenza all’incremento dell’inflazione non sembra destinata ad arrestarsi nel breve periodo. "Stimiamo una crescita dei prezzi al consumo a ottobre dell’1,5 per cento su base mensile e del 9,8 per cento su base annua. La variazione, pur attribuibile in larga misura all’energia, è alimentata anche dalla dinamica dei prezzi dell’alimentare e di quei servizi in cui la componente energetica rappresenta una parte significativa dei costi di produzione. La crescita dei prezzi potrebbe non arrestarsi fino alla tarda primavera del prossimo anno". Questa l'indicazione contenuta nella nota sulla congiuntura di Confcommercio.

Il rimbalzo registrato dalla produzione industriale in agosto va valutato con cautela, sottolineano gli esperti di Confcommercio, "in considerazione della tradizionale volatilità registrata dall’indicatore nel mese".

Per abbigliamento e calzature: riduzione tendenziale della domanda a settembre del 5,4 per cento

Su base trimestrale, in ogni caso, la produzione industriale registra una riduzione congiunturale dell’1,2%. La minor dinamicità dell’economia comincia a riflettersi anche sul mercato del lavoro: rispetto a giugno, il numero di occupati ad agosto mostra un calo di oltre 110mila unità.

Stime alla mano, a ottobre, il prodotto interno lordo dovrebbe registrare una riduzione dell’1 per cento congiunturale, dopo il -0,5 per cento stimato per il terzo trimestre del 2022. Nel confronto annuo la variazione, nel mese in corso, si dovrebbe attestare allo 0,4 per cento, in forte ridimensionamento rispetto ai mesi precedenti.

I consumi, espressi nella metrica dell’Icc, continuano a ridursi nel confronto annuo (-2 per cento), effetto di una contrazione per i beni (-4 per cento) e di una crescita per i servizi (+2,7 per cento). "Difficilmente le famiglie potranno continuare a fare ricorso al risparmio, come hanno fatto nella prima parte dell’anno, per sostenere la domanda in presenza di una progressiva erosione del reddito disponibile", prosegue la nota.

Nel complesso del periodo gennaio-settembre 2022, l’Icc manifesta una riduzione di cinque punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2019. Divari più rilevanti si registrano per i servizi (-11,7 per cento). Queste distanze non verranno colmate nel corso del prossimo anno.

Ad agosto 2022 la produzione industriale ha registrato, dopo i deludenti risultati dei mesi precedenti, una crescita del 2,3 per cento in termini congiunturali. Il confronto su base annua segnala un incremento del 2,6 per cento, dato che va letto con una certa cautela in considerazione della tradizionale erraticità del mese. Sempre ad agosto il numero di occupati ha registrato un calo dello 0,3 per cento su luglio. Nel confronto con lo stesso mese del 2021 la variazione si mantiene positiva (+1,8 per cento).

Segnali negativi cominciano ad emergere sul versante del sentiment degli imprenditori del commercio al dettaglio che registra a settembre, dopo alcuni mesi favorevoli, una contrazione del 2,5 per cento su agosto.

L’Indicatore dei consumi Confcommercio (Icc)

A settembre 2022 l’Indicatore dei consumi Confcommercio (Icc) conferma la tendenza al rallentamento, con una riduzione su base annua del 2 per cento.

Il calo registrato dall’indicatore nel confronto con lo stesso mese del 2021 è sintesi di un incremento della domanda per i servizi (+2,7 per cento) e di una riduzione di quella relativa ai beni (- 4 per cento). La tendenza al ridimensionamento della domanda è sostanzialmente diffusa tra i beni e comincia ad interessare anche alcuni segmenti dei servizi. La minor dinamicità della domanda, calcolata nella metrica dell’Icc, ha portato nel complesso del terzo trimestre a una variazione nulla rispetto allo stesso periodo del 2021, dato che allontana il ritorno sui valori pre-pandemici. Nel confronto con i primi nove mesi del 2019 l’Icc risulta ancora inferiore del 5 per cento. Per i servizi il calo si attesta all’11,7%.

La tendenza

Relativamente ai beni, a settembre la tendenza a ridurre i volumi acquistati risulta sostanzialmente diffusa. Contrazioni significative della domanda, nel confronto su base annua, si registrano anche per gli elettrodomestici (-14,6 per cento) e i mobili (-5,0) segmenti che avevano mantenuto una certa vivacità anche nei periodi più difficili. "Per abbigliamento e calzature i modestissimi segnali di recupero registrati tra la primavera e l’inizio dell’estate sembrano essersi arrestati, con una riduzione tendenziale della domanda a settembre del 5,4 per cento", aggiunge l'Ufficio studi di Confcommercio.

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