Confcommercio: il Dpcm produrrà danni gravissimi per le imprese
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“L’ultimo decreto produrrà altri danni gravissimi alle imprese, danni insopportabili: parliamo di circa 17,5 miliardi tra consumi e Pil. E’ necessario affrontare l'emergenza sanitaria, ma la risposta non può essere solo più chiusure perché così si finisce per chiudere il Paese. Domani (oggi, ndr), come abbiamo chiesto, incontreremo il presidente Conte. Gli chiederemo in primo luogo un impegno preciso, in tempi certi, per gli indennizzi alle imprese penalizzate dalle chiusure. E poi un piano generale più ampio per affrontare l’emergenza Covid e uscire dall’incertezza della navigazione a vista”. Queste le parole del presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, sul nuovo Dpcm che impone nuove chiusure.
Oggi Confcommercio incontra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte
Nel dettaglio, precisa Confcommercio, attraverso una nota, le nuove restrizioni previste dall’ultimo provvedimento del Governo rischiano di causare un’ulteriore perdita di consumi e di Pil di circa 17,5 miliardi di euro nel quarto trimestre dell’anno, concentrata negli ambiti della ristorazione e del turismo, della convivialità e della ricreazione in generale, dei trasporti e della cura della persona, portando a una riduzione complessiva dei consumi nel 2020 a oltre 133 miliardi di euro rispetto al 2019 (-12,2 per cento in termini reali). La caduta della spesa presso gli alberghi supererebbe il 55 per cento e quella presso la ristorazione si avvicinerebbe al 50 per cento. E’ quanto si legge in una nota di Confcommercio sugli effetti del nuovo Dpcm.
Stimate perdite pari a 17,5 miliardi
"Uno scenario drammatico nel quale questa seconda fase di lockdown “parziali” produrrà inevitabilmente ulteriori, gravissimi danni con il rischio di una caduta del Pil per l’anno in corso ben superiore al 10 per cento, la cessazione dell’attività di decine di migliaia di imprese e la cancellazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro. Dunque, per il nostro Paese, che registra già segnali di crescente tensione sociale, si conferma l’insostenibilità economica e sociale delle nuove restrizioni all’esercizio di tante attività, soprattutto nei settori della ristorazione, della cultura e dell’intrattenimento, che, peraltro, hanno già adottato tutti i necessari e concordati protocolli di sicurezza e in cui non sembrerebbero manifestarsi particolari criticità", si legge nella nota.
"Quello che serve", ha concluso Confcommercio, "è più programmazione e più coordinamento per risolvere la crisi del circuito dei tamponi, dei tracciamenti, dei controlli e i nodi dei trasporti locali e della scuola. Ma soprattutto, occorre che i danni subiti dalle imprese siano ristorati adeguatamente e tempestivamente con indennizzi a fondo perduto, credito d’imposta per le locazioni commerciali e gli affitti d’azienda, moratorie fiscali, a partire dall’esenzione Imu anche per la ristorazione, e creditizie, risorse per le garanzie finalizzate ad agevolare l’accesso al credito, continuità degli ammortizzatori sociali insieme alla necessità della loro riforma e di una nuova stagione di vere politiche attive per il lavoro".
Foto: Pexels