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Confcommercio: la risalita dell’inflazione era largamente attesa

Scritto da Isabella Naef

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Soldi Credits: Pexels, Dom J
Secondo le stime preliminari, nel mese di marzo 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,1 per cento su base mensile e dell’1,3 per cento su base annua (da +0,8 per cento del mese precedente).

L’accelerazione del tasso d’inflazione, spiega l'Istat, si deve principalmente all’attenuazione su base tendenziale della flessione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (da -17,2 per cento a -10,3 per cento) e regolamentati (da -18,4 per cento a -13,8 per cento) e, in misura minore, alla crescita di quelli dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,8 a +4,4 per cento); per contro, registrano un rallentamento i prezzi dei Beni alimentari non lavorati (da +4,4 per cento a +2,6 per cento) e dei tabacchi (da +2,6 per cento a +1,9 per cento).

Nel mese di marzo l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, accelera da +2,3 per cento a +2,4 per cento, mentre quella al netto dei soli beni energetici decelera da +2,6 a +2,5 per cento.

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione meno marcata

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione meno marcata (da -0,9 per cento a -0,1 per cento) e quella dei servizi è in lieve accelerazione (da +2,9 a +3 per cento), determinando una diminuzione del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+3,1 punti percentuali, dai +3,8 di febbraio).

I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona rallentano su base tendenziale (da +3,4 a +3 per cento), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +2,8 per cento di febbraio a +2,7 per cento).

"L’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti dovuta anche a fattori stagionali (+1,4 per cento), dei beni alimentari lavorati e dei beni energetici regolamentati (+0,7 per cento entrambi) e dei beni non durevoli (+0,4 per cento). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (-1,9 per cento) e dei beni alimentari non lavorati (-0,7 per cento)", hanno sottolineato gli esperti dell'Istat nella nota.

Per Confcommercio la risalita dell’inflazione era largamente attesa

L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +0,6 per cento per l’indice generale e a +1,3 per cento per la componente di fondo.

In base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) aumenta di 1,2 per cento su base mensile, per la fine dei saldi stagionali di cui il Nic non tiene conto, e dell’1,3 per cento su base annua (da +0,8 per cento di febbraio). "A marzo, secondo le stime preliminari, l’inflazione risale moderatamente, portandosi all’1,3 per cento. La lieve accelerazione risente dell’attenuarsi della flessione su base tendenziale dei prezzi dei beni energetici (-10,8 per cento da -17,3 per cento di febbraio), sia per la componente regolamentata che non regolamentata. Un sostegno alla dinamica dell’inflazione si deve inoltre all’accelerazione dei prezzi dei servizi relativi al trasporto (+4,4 per cento da +3,8 per cento). Di contro, i prezzi dei prodotti alimentari non lavorati evidenziano anche a marzo un rallentamento (+2,6 da +4,4 per cento). Frena anche la dinamica su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+3 per cento), mentre l’inflazione di fondo si attesta al +2,4 per cento (in modesta ripresa da +2,3%)", commentano gli esperti dell'Istat.

Per Confcommercio la risalita dell’inflazione era largamente attesa. "La nostra valutazione era di un +1,5 per cento e non deve destare particolari allarmi. Infatti, al di là di alcuni effetti stagionali, come l’aumento dei prezzi di alcuni servizi di trasporto e turistici, l’aumento su base annua è strettamente correlato al confronto con un periodo in cui i prezzi degli energetici erano in forte e repentino calo, tanto da determinare a marzo del 2023 una riduzione dello 0,4% dell’inflazione in termini congiunturali", ha commentato l’Ufficio studi Confcommercio.

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