Confcommercio: si vede la recessione
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Preoccupazione proviene dagli operatori del commercio, che evidenziano un peggioramento del clima di fiducia
Insomma, l'economia italiana, dopo sette trimestri eccezionali, e comunque molto fuori trend rispetto al ristagno strutturale pre-pandemia, dalla fine dell’estate sconta l’arretramento dei consumi che sta innestando un’inversione del ciclo economico.
Numeri alla mano, a settembre la produzione industriale, dopo il rimbalzo di agosto, è tornata in territorio negativo con un calo dell’1,8 per cento sul mese precedente e dello 0,5 per cento su base annua. Tendenza che dovrebbe proseguire anche a ottobre e novembre. Segnali di stasi sono emersi, sempre a settembre, sul versante del mercato del lavoro. Il modesto incremento degli occupati (+0,2 per cento congiunturale) ha solo attenuato le tendenze negative degli ultimi mesi: rispetto a giugno si conta, infatti, una riduzione di 96mila unità.
"Segnali di preoccupazione provengono dagli operatori del commercio, che a ottobre evidenziano un peggioramento del clima di fiducia con attese di ridimensionamento della domanda. L’inflazione si conferma uno dei problemi principali: a ottobre la variazione del 3,4 per cento congiunturale (incremento di dimensioni simili a quello osservato complessivamente tra gennaio 2016 e gennaio 2021) ha portato il tasso di variazione su base annua all’11,8 per cento. Secondo le nostre stime nel mese di novembre l’inflazione dovrebbe registrare un incremento dello 0,4 per cento, lasciando sostanzialmente invariato il tasso di crescita tendenziale (11,7%)", prosegue la nota di Confcommercio.
A ottobre i consumi, espressi nella metrica dell’Icc (indicatore dei consumi di Confcommercio), si sono ridotti nel confronto annuo (-1,4 per cento), effetto di una contrazione per della domanda per i beni (-2,7 per cento) e di una crescita per i servizi (+2,1 per cento). All’interno dell’aggregato dei beni per alcuni segmenti (alimentari, mobili ed elettrodomestici) la flessione su base annua comincia ad assumere toni significativi.
Pil mensile
A settembre 2022 la produzione industriale ha registrato, dopo il recupero di agosto, un calo dell’1,8 per cento in termini congiunturali. Il confronto su base annua segnala una flessione dello 0,5 per cento.
Nello stesso mese il numero di occupati ha mostrato una modesta crescita rispetto ad agosto (+0,2 per cento). Nel confronto con lo stesso mese del 2021 la variazione si attesta all’1,4 per cento.
Anche a ottobre il sentiment degli imprenditori del commercio al dettaglio ha manifestato un deterioramento (-1,6 per cento su settembre), consolidando la tendenza al peggioramento delle aspettative del settore. Le incertezze e il deterioramento del quadro congiunturale dovrebbero aver determinato, a partire da settembre, un progressivo ripiegamento dell’attività economica. Nel mese di novembre si stima una riduzione del Pil dello 0,7 per cento in termini congiunturali e una crescita dello 0,4 per cento sullo stesso mese del 2021.
Proseguendo in un percorso iniziato ad aprile dello scorso anno anche a ottobre 2022 la domanda delle famiglie si è rivolta principalmente ai servizi. "Per questi ultimi la fase di recupero appare, peraltro, meno intensa, con il rischio di rallentamenti nei prossimi mesi, e in molti casi la domanda si attesta ancora su livelli molto distanti da quelli registrati nel 2019", specifica Confcommercio.
Relativamente ai beni si conferma, anche a ottobre, una tendenza sostanzialmente diffusa a ridurre i volumi acquistati. A ottobre si è acuita la tendenza da parte delle famiglie a ridurre i consumi alimentari (-5,9 su base annua), conseguenza non solo del processo di sostituzione con i consumi fuori casa, ma anche della decisa crescita dei prezzi che impone alle famiglie comportamenti più oculati negli acquisti. Per abbigliamento e calzature i moderati segnali di recupero registrati nei mesi precedenti sembrano essersi arrestati, complice anche una situazione meteorologica non favorevole agli acquisti, con una riduzione tendenziale della domanda a ottobre del 3,2 per cento.
Prezzi al consumo
Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, Confcommercio stima, per il mese di novembre 2022, una variazione dello 0,4 per cento in termini congiunturali e dell’11,7 per cento su base annua.