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Confcommercio su fiducia: allarme recessione

Scritto da Isabella Naef

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Pexels, Fauxels
Confcommercio lancia l'allarme recessione dopo la diffusione, ieri, dei dati Isat sulla fiducia delle imprese e dei consumatori.

"Il deterioramento registrato dal clima di fiducia delle famiglie e delle imprese nel mese di settembre era largamente atteso. Se per le imprese la tendenza era in atto già da qualche mese, il sentiment delle famiglie era sembrato meno sensibile ai segnali di rallentamento dell’economia", scrive Confcommercio.

Per l'associazione che raggruppa oltre 700mila imprese, le famiglie segnalano crescenti preoccupazioni sull’andamento futuro dell’occupazione e dei prezzi, elementi che potrebbero spingere a comportamenti molto prudenti in materia di consumi, soprattutto quelli “non obbligati”.

"Si conferma la suggestione di una prossima entrata in recessione della quale, a oggi, la caratteristica più problematica appare la durata piuttosto che l’intensità", ha concluso l’Ufficio Studi di Confcommercio commentando i dati Istat di ieri.

Con riferimento alle imprese, la fiducia è in peggioramento in tutti i comparti indagati

A settembre 2022, infatti, l'Istat stima un calo deciso sia dell’indice del clima di fiducia dei consumatori (da 98,3 a 94,8), sia dell’indice composito del clima di fiducia delle imprese (da 109,2 a 105,2).

Guardando alle singole serie componenti l’indice di fiducia dei consumatori, l'Istituto nazionale di statistica, stima un peggioramento di tutte le variabili a eccezione dei giudizi sulla situazione economica familiare e delle opinioni relative al risparmio. Coerentemente, anche i quattro indicatori calcolati mensilmente a partire dalle stesse componenti presentano un’evoluzione negativa: il clima economico e futuro registrano i cali più accentuati passando, rispettivamente, da 92,9 a 81,3 e da 96,4 a 91,8; il clima personale e quello corrente si riducono moderatamente (rispettivamente da 100,2 a 99,3 e da 99,7 a 96,9).

Con riferimento alle imprese, la fiducia è in peggioramento in tutti i comparti indagati, prosegue l'Istat, a eccezione delle costruzioni dove l’indice sale da 155,8 a 159,5. Più in dettaglio, nel settore manifatturiero e nel commercio al dettaglio l’indice cala, rispettivamente, da 104,0 a 101,3 e da 113,4 a 110,6; nei servizi di mercato la diminuzione è più spiccata con l’indice che si riduce da 103,0 a 95,9.

Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nelle costruzioni tutte le variabili sono in miglioramento. Invece, nella manifattura peggiorano sia i giudizi sugli ordini, sia le aspettative sul livello della produzione; le scorte sono giudicate in lieve decumulo. In relazione ai servizi di mercato, tutte le componenti registrano una dinamica negativa mentre nel commercio al dettaglio peggiorano i giudizi e le attese sulle vendite e le scorte sono giudicate in diminuzione.

"A settembre l’indice di fiducia delle imprese diminuisce per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso da aprile 2021. L’andamento dell’indice complessivo è determinato dall’evoluzione negativa della fiducia nella manifattura, nei servizi (in entrambi i comparti l’indice è in calo per il terzo mese consecutivo e raggiunge un minimo, rispettivamente, da febbraio 2021 e da gennaio 2022) e nel commercio al dettaglio. L’indice di fiducia dei consumatori, dopo il rimbalzo di agosto, diminuisce nuovamente posizionandosi sullo stesso livello dello scorso luglio. Si rileva un deciso peggioramento soprattutto delle opinioni sulla situazione economica generale e delle aspettative sulla disoccupazione", ha commentato l'Istat.

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