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Confcommercio sui consumi: per abbigliamento molto ampio lo scarto con il 2019

Scritto da Isabella Naef

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"Anche nel secondo trimestre dell’anno il quadro congiunturale dell’economia italiana risulta caratterizzato da elevata incertezza, conseguenza delle difficoltà attraversate da diversi comparti della manifattura e dal perdurante vuoto di domanda per alcuni segmenti di consumo", sottolinea Confcommercio, in una nota emessa ieri.

Stando ai dati diffusi dall'Istat, nel mese di aprile 2022, si stima che l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registri una diminuzione dello 0,1 per cento su base mensile e un aumento del 6 per cento su base annua (da +6,5 per cento del mese precedente); la stima preliminare era +6,2 per cento.

Pil -0,4 per cento congiunturale, inflazione in aumento (+6,6 per cento su base annua)

Il rallentamento dell’inflazione su base tendenziale si deve prevalentemente ai prezzi degli energetici ed è imputabile sia alla componente regolamentata, sia a quella non regolamentata. Decelerano anche i prezzi dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona. Accelerano, sottolinea l'Istat, invece, i prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +1 per cento a +5,1 per cento), quelli dei beni alimentari lavorati (da +3,9 per cento a +5 per cento), quelli dei beni durevoli (da +1,6 per cento a +2,2 per cento) e dei beni non durevoli (da +1,3 per cento a +1,9 per cento).

Come sottolinea Confcommercio, inoltre, nel dettaglio, in confronto con aprile 2021, l’Icc, Indicatore dei consumi Confcommercio, registra una variazione del +13,1 per cento, sintesi di una crescita del 68,3 per cento per i servizi e dello 0,7 per cento per i beni. Rispetto allo stesso mese del 2019 la domanda, nel complesso, è ancora mediamente inferiore del 10,4 per cento in termini reali, con i servizi legati al turismo che, pur in graduale recupero, segnalano una distanza significativa rispetto ai livelli pre-crisi.

Se le stime preliminari indicano un calo del Pil nel primo trimestre (-0,2 per cento congiunturale) più contenuto rispetto alle attese, la stasi registrata dalla produzione industriale a marzo, dopo il rimbalzo di febbraio, e le prime indicazioni di un calo ad aprile, "portano a guardare con una certa prudenza all’evoluzione nei mesi primaverili, nonostante i progressi registrati nel primo trimestre sul versante dell’occupazione. In base alle nostre stime, infatti, anche a maggio il Pil è in contenuto ridimensionamento (-0,4 per cento su aprile), valore che comporterebbe una variazione su base annua del 3,7 per cento", sottolinea Confcommercio.

In linea con quanto registrato nei periodi più recenti, anche nel mese di aprile 2022 i recuperi più significativi della domanda, nel confronto con il 2021, si sono registrati per i servizi legati al turismo e alla fruizione del tempo libero. Nonostante il progressivo ritorno del turismo straniero, soprattutto europeo, e l’eliminazione di alcune misure restrittive della mobilità e della socialità, il gap per questi segmenti con i livelli pre-pandemia rimane elevato. Anche per l’abbigliamento e le calzature, nonostante il ritorno a consumi finalmente più dinamici, lo scarto con il 2019 rimane molto ampio, osservano gli esperti di Confcommercio.

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo l'associazione stima per il mese di maggio 2022 una variazione dello 0,4 per cento in termini congiunturali e del 6,6 per cento su base annua.

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