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Confcommercio: tensioni inflazionistiche da tenere d'occhio

Scritto da Isabella Naef

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Secondo le stime preliminari dell’Istat nel mese di agosto 2021 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dello 0,5 per cento su base mensile e del 2,1 per cento su base annua (da +1,9 per cento del mese precedente).

L’accelerazione tendenziale dell’inflazione si deve prevalentemente a quella dei prezzi dei Beni energetici (da +18,6 per cento di luglio a +19,8 per cento) e in particolare a quelli della componente non regolamentata (da +11,2 a +12,8 per cento), mentre i prezzi della componente regolamentata continuano a registrare una crescita molto ampia (e in lieve accelerazione da +34,2 per cento a +34,4 per cento). L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, rimane stabile a +0,6 per cento mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera da +0,4 per cento a +0,6 per cento.

L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto da una parte a fattori stagionali che influenzano la crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+2,8 per cento) e dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,7 per cento) e dall’altra ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (+1,7 per cento) e degli Alimentari sia lavorati (+0,6 per cento) sia non lavorati (+0,4 per cento).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona tornano a crescere (+0,8 per cento dalla variazione tendenziale nulla di luglio); quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano (da +2 a +2,5 per cento).

Secondo le stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra un aumento dello 0,3 per cento su base mensile e del 2,6 per cento su base annua (da +1,0 per cento di luglio). “La marcata accelerazione dell’Ipca si deve al confronto con lo scorso anno, quando i saldi estivi (di cui il Nic non tiene conto) iniziarono ad agosto nella maggior parte delle regioni; infatti i prezzi di abbigliamento e calzature registrano un calo congiunturale (-4,0 per cento) molto meno ampio di quello di agosto 2020 (-18,6 per cento), determinando così, per questa divisione di spesa, un’inversione di tendenza da -12,1 per cento a +3,8 per cento su base annua e una più marcata accelerazione dell’indice generale, rispetto a quella osservata nel Nic”, si legge nella nota dell’Istat.

“La stima provvisoria dell’inflazione di agosto, con la variazione tendenziale sopra il 2 per cento, seppure in parte attesa, non può non generare qualche preoccupazione. La spinta generata dagli energetici non accenna a esaurirsi, determinando un forte incremento della spesa delle famiglie per questa tipologia di consumi, in molti casi difficilmente comprimibili, e un aumento dei costi per molte aziende”: è il commento dell’Ufficio studi di Confcommercio ai dati Istat. “A oggi, l’ipotesi di un avvicinamento a fine anno alla soglia del 3% appare sempre più probabile”, hanno aggiunto gli esperti dell’associazione.

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