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Confcommercio: tredicesime più ricche per consumi e regali

Secondo Confcommercio, con un’inflazione ormai sotto controllo, l’occupazione ai massimi e un maggior reddito disponibile, i consumi delle famiglie potrebbero registrare un miglioramento a dicembre, grazie anche al buon andamento delle vendite durante la Black week (giro d’affari di 5 mld di euro, +20% rispetto all’anno scorso). Il monte tredicesime destinate a consumi per l’ultimo mese dell’anno sarà pari a 49,9 mld di euro (+2,4 mld rispetto al 2024), con una spesa media per consumi di 1.964 euro per famiglia (+53 euro rispetto al 2024). Tra il 2019 al 2025 Tra il 2019 e il 2025 la spesa delle famiglie è aumentata appena dello 0,8%.

La spesa per i regali di Natale resta in linea con quella dello scorso anno (211 euro pro capite contro 210 euro)

La maggiore quota di consumi, "tuttavia, si trasferirà solo in piccola parte in un aumento della spesa per i regali di Natale che resta sostanzialmente in linea con quella dello scorso anno (211 euro pro capite contro 210 euro), perché, oltre alle strenne, gli italiani penseranno un po’ di più a sé stessi regalandosi un nuovo elettrodomestico, andando più spesso al ristorante, al cinema, a teatro o visitando un museo e dedicandosi di più al benessere personale", spiega Confcommercio. In ogni caso, secondo i principali risultati dell’analisi dell’Ufficio studi Confcommercio su tredicesime e consumi di dicembre, la spesa complessiva per i regali quest’anno toccherà i 10,1 miliardi, il dato più alto dal 2020, ma soprattutto si faranno più regali rispetto allo scorso Natale: sale, infatti, all’81,5% (dal 79,9% dell’anno scorso) la percentuale di chi si dedicherà a questo rito e, mentre diminuiscono le persone che prevedono di passare un Natale dimesso (dal 77,1% al 72,7%), sono sempre più numerose le persone che affronteranno con piacere questa spesa (dal 44,4% al 47,8%) confermando, dunque, la ‘magia’ delle festività natalizie.

Il conto delle tredicesime

La stima delle tredicesime deriva dai dati di contabilità nazionale periodicamente diffusi dall’Istat e da quelli delle diverse gestioni pensionistiche dell’Inps. Quest’anno l’ammontare complessivo delle tredicesime nette si attesta sui 57,4 miliardi di euro. Una volta sottratti gli accantonamenti per far fronte alle scadenze di dicembre legate al saldo Ici-Imu-Tasi e alla tassa di proprietà dell’auto, si perviene all’ammontare delle tredicesime destinate a consumi che, comprendendo anche la maggiore spesa dei lavoratori indipendenti (ovvero imprenditori, liberi professionisti e lavoratori autonomi), si attesta a 49,9 miliardi di euro. Da questa cifra, si stima una spesa media da tredicesima per famiglia nel mese di dicembre, comprendente, oltre ai regali, anche tutte quelle spese legate ai consumi quotidiani come alimentari, abbigliamento, tempo libero, pari a 1.964 euro, in crescita del 2,8% rispetto al 2024, del 6,9% rispetto al 2019 e del 12,3% rispetto al 2008.

Sale di 1,6 punti (dal 79,9% all’81,5%), la percentuale di chi farà acquisti per i regali di Natale 2025

Secondo l’indagine, nel 2025 scende la percentuale di coloro i quali vivranno un Natale più dimesso (da 77,1% al 72,7% del 2024) e sale di 1,6 punti (dal 79,9% all’81,5%), la percentuale di chi farà acquisti per i regali di Natale 2025.

Infine, per quanto riguarda la propensione all’acquisto dei regali, dall’indagine risulta in crescita il numero di italiani che reputano questo ‘rito’ una spesa necessaria sempre piacevole da affrontare, passando dal 44,4% dello scorso Natale, al 47,8% di quello in arrivo.

Quanto ai dati del commercio al dettaglio, a ottobre 2025, le vendite al dettaglio registrano, rispetto al mese precedente, una crescita sia in valore sia in volume (rispettivamente +0,5% e +0,4%). L’aumento riguarda tanto i beni alimentari (+0,5% in valore e +0,7% in volume), quanto quelli non alimentari (+0,4% in valore e in volume).

Nel trimestre agosto, ottobre 2025, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio non registrano variazioni in valore e diminuiscono in volume (-0,3%). Le vendite dei beni alimentari vedono un lieve aumento in valore (+0,2%) e un calo in volume (-0,6%), mentre quelle dei beni non alimentari sono stazionarie in valore e in flessione in volume (-0,2%).

Su base tendenziale, a ottobre 2025, le vendite al dettaglio registrano un aumento dell’1,3% in valore mentre in volume non subiscono variazioni. Analogo andamento si registra in valore sia per le vendite dei beni alimentari (+2,3%) sia per quelle dei non alimentari (+0,5%): in entrambi i settori i volumi restano invariati.

L’aumento maggiore riguarda i prodotti di profumeria, cura della persona

Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i vari gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda i prodotti di profumeria, cura della persona (+4,2%), mentre il calo più consistente si osserva per elettrodomestici, radio, tv e registratori (-2,2%).

Rispetto a ottobre 2024, il valore delle vendite al dettaglio è in aumento per la grande distribuzione (+2,7%), le vendite al di fuori dei negozi (+1,1%) e il commercio elettronico (+4,6%), mentre l'Istat registra una flessione per le imprese operanti su piccole superfici (-0,5%).

"A ottobre 2025 si rileva una crescita congiunturale del valore delle vendite al dettaglio dopo due mesi di cali. L’incremento riguarda sia i prodotti alimentari sia quelli non alimentari. Nel trimestre agosto-ottobre rispetto al trimestre precedente le vendite risultano in calo in termini di volume e sono stazionarie in valore. Su base annua, a ottobre le vendite aumentano solo in valore, mentre i volumi sono stazionari. Rispetto allo scorso anno, il valore delle vendite è in crescita in tutte le forme distributive, a eccezione delle imprese operanti su piccole superfici. Anche questo mese l’aumento più significativo riguarda il commercio online", sottolinea l'Istat.

"Il ritorno a ottobre in territorio positivo, dopo tre mesi di riduzioni congiunturali, consolida le aspettative, generate dai miglioramenti registrati da altri indicatori, di un ultimo trimestre del 2025 lievemente più dinamico dei precedenti. Seppure il miglioramento, sul versante dei volumi acquistati, sembra essere abbastanza diffuso non vanno però trascurati alcuni elementi di criticità", ha commentato l’Ufficio studi Confcommercio ai dati sulle vendite al dettaglio di ottobre.

Infatti, prosegue la nota di Confcommercio, su base annua il confronto ci dice che le vendite a volume, per il complesso dei beni inclusi nell’indicatore, sono ferme, con una riduzione nella media dei 10 mesi dello 0,8%. Inoltre, il recupero di ottobre non ha interessato le piccole imprese, che continuano a scontare un andamento negativo, e ha solo marginalmente attenuato le perdite registrate nei periodi precedenti da alcuni importanti segmenti di consumo come l’alimentare.

"È peraltro auspicabile che il dato di ottobre sia il preludio di recuperi più importanti a novembre e dicembre, guidati anche dal contributo positivo della domanda generata dal Black friday e dal Natale, che permetterebbero di guardare con più ottimismo alle prospettive per il 2026", ha aggiunto Confcommercio.


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