Confimprese-Ey: consumi abbigliamento ad aprile in flessione del 63 per cento
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Ad aprile, in tema di consumi, il settore in maggiore sofferenza continua a essere la ristorazione con -74,4 per cento, lo seguono, a undici punti percentuali di distanza, abbigliamento e accessori -63,3 per cento. L’Osservatorio permanente sull’andamento dei consumi nei settori ristorazione, abbigliamento e non food elaborato da Confimprese-Ey traccia il benchmark di aprile 2021 su aprile 2019 nell’anno pre-Covid e registra un calo del -62,8 per cento.
Male rispetto agli andamenti dei mesi precedenti il non food che chiude a -35,2 per cento, spiega una nota. Guardando l’ultimo mese di aprile 2021 confrontato con il 2019, la Sardegna registra il trend peggiore tra le regioni e perde il 79,4 per cento.
Tra i canali di vendita il mese di aprile su aprile 2019 registra la sofferenza del travel che chiude a -74,7 per cento. I centri commerciali evidenziano una flessione pari a -69,2 per cento e gli outlet a - 65,6 per cento. Le misure restrittive, che da oltre sei mesi impongono la chiusura dei negozi nei festivi e prefestivi, hanno peggiorato la crisi dei centri commerciali. In calo anche le high street -55,3 per cento penalizzate dalle chiusure anticipate di ristoranti e bar, che hanno influito sul traffico nei centri città e nelle vie dello shopping.
Le aree geografiche mostrano andamenti abbastanza simili nel mese di aprile 2021 su aprile 2019. La peggiore è l’area Sud (Campania, Calabria, Sicilia, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata) -65,7 per cento, penalizzata dalla mancanza di afflussi turistici nelle località d’arte e di mare. Male anche l’area Nord-Est (Emilia-Romagna, Triveneto) -63,9 per cento, seguita dall’area Centro (Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Sardegna) -62,6 per cento e dal Nord-Ovest (Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta) -60,8 per cento.
"Sull’andamento negativo del mese di aprile hanno inciso, come nei mesi passati, i 6 mesi di chiusura dei 1300 centri commerciali nei festivi e prefestivi. Sicuramente la serrata simbolica organizzata da tutte le associazioni di categoria lo scorsa 11 maggio, inclusa Confimprese, ha contribuito a sensibilizzare le istituzioni sull’allentamento delle misure restrittive nei giorni più importanti della settimana in termini di ricavi e fondamentali per aiutare la ripresa economica delle attività commerciali e del Paese", ha affermato Mario Maiocchi, direttore Centro studi retail Confimprese. "I centri commerciali hanno perso 56 miliardi di fatturato annuo pari a 63 per cento. Attendiamo i dati di maggio per capire se la riapertura del 22 maggio inizi a portare una inversione di tendenza nei prossimi mesi", ha aggiunto Maiocchi.
"Stiamo riscontrando un’uscita dalla crisi degli acquisti più lenta del previsto", ha detto Paolo Lobetti Bodoni, med business consulting leader di Ey, "il mese di aprile registra forti segnali di debolezza rispetto al 2019 con quasi 2/3 delle vendite in meno, simile a quanto già visto a gennaio e marzo di quest’anno. Il progressivo annuo 2021 registra un -21,7 per cento rispetto al 2020, che è significativo se consideriamo che i primi 4 mesi del 2020 già subivano un calo del 44,4 per cento rispetto al 2019. Attendiamo il mese di maggio per avere dei numeri, speriamo più positivi, legati alla riduzione delle limitazioni su ristoranti e centri commerciali".
Nell’analisi per città nel periodo aprile 2021 verso aprile 2019 sul podio delle peggiori figura, in prima posizione, Palermo con una pesante flessione pari a -81,1 per cento, seguita nuovamente da Firenze -75,5 per cento e Venezia -75,4 per cento. Sono le città a più altra concentrazione turistica in Italia, e quindi quelle che nell’intero anno della pandemia hanno lasciato sul terreno le perdite più significative. Seguono Genova -68 per cento e Bologna -65,2 per cento, Roma -58,6 per cento, Milano -56,7 per cento, Torino -55,3 per cento, Napoli -55,1 per cento.
Scritto da Isabella NaefFoto: Pexels, Artem Beliaikin