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Confindustria moda e Assopellettieri studiano le mosse per la ripartenza

Scritto da Isabella Naef

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Confindustria moda e Assopellettieri hanno messo a punto delle proposte per ripartire in sicurezza all'epoca della pandemia e per tentare di contenere gli ingenti danni economici dovuti al fermo delle imprese dovuto all'allarme dovuto al coronavirus.

Confindustria moda intende ridurre al minimo possibile gli impatti della pandemia di Covid-19 sulla filiera del tessile moda e accessorio

Nel dettaglio, Confindustria Moda, la federazione di oltre 65mila aziende italiane del tessile moda e accessorio che occupano oltre 585mila addetti, ha presentato un piano articolato in 5 iniziative per riprendere al più presto possibile le attività produttive, logistiche e distributive, nel rigoroso rispetto delle misure di sicurezza già definite nel “Protocollo condiviso” del 14 marzo 2020.

>Assopellettieri: le risorse di emergenza offerte dallo Stato andrebbero impiegate per garantire i prestiti che gli Istituti bancari concederanno alle imprese

Il piano è progettato con l’obiettivo di ridurre al minimo possibile gli impatti dell pandemia di Covid-19 sulla filiera del tessile moda e accessorio.

In sintesi, la proposta di Confindustria Moda, nell’attesa che vengano validati studi medico-scientifici-epidemiologici e le relative applicazioni tecnologiche che possano consentire di rilevare con certezza nelle persone la positività o l’immunità al virus, si articola in 5 soluzioni temporanee per salvaguardare la sicurezza dei lavoratori senza compromettere la sopravvivenza delle imprese.

Salvaguardare i lavoratori più anziani e più fragili effettuando una segmentazione dei lavoratori per fasce d’età, per autorizzare una celere ripresa progressiva dell’attività lavorativa tutelando i lavoratori più a rischio; considerare la situazione epidemiologica su base territoriale, sono le prime due misure.

Riaprire le attività economiche con un criterio geografico, privilegiando le attività basate nelle regioni e nelle province meno coinvolte dall’epidemia e aprire con priorità e urgenza le attività aziendali necessarie e funzionali alla effettiva ripresa produttiva sono altre soluzioni proposte.

Secondo Confindustria, inoltre, è necessario superare il criterio dei codici Ateco su cui sono basati i Dpcm emergenziali, per determinare con flessibilità le attività da riaprire, considerando la complessità delle filiere. "Senza queste, a prescindere dai codici Ateco, tutta l’organizzazione non potrà nel medio periodo riprendere esprimendo tutte le proprie potenzialità", precisa Confindustria moda.

"Evitare nel 2020 una nuova chiusura totale delle attività nel mese di agosto e concertare con le parti sociali un “patto per le ferie estive” attraverso gli strumenti della contrattazione collettiva nazionale o aziendale è una delle altre proposte dell'associazione insieme a una maggiore flessibilità nel ricorso al distacco di personale è un'altra proposta.

Assopellettieri ha analizzato la condizione economica dell’Italia e l’impatto delle misure adottate dal Governo e ha voluto inviare, sotto forma di lettera, al presidente del consiglio Conte e alle principali rappresentanze politiche un documento che individua come tema principale dell’emergenza l’esigenza di garantire che le imprese italiane rimangano “liquide” e, dunque, dispongano di mezzi finanziari sufficienti per far fronte ai propri ordinari impegni, compreso il pagamento delle retribuzioni.

Nel suo "manifesto", l'associazione sottolinea: le risorse di emergenza offerte dallo Stato andrebbero impiegate per garantire i prestiti che gli Istituti bancari concederanno alle imprese (ipoteticamente in misura pari al 30 per cento dei ricavi consuntivati nell’ultimo esercizio), da rimborsare poi in un arco temporale compreso tra i 25 e i 40 anni.

Assopellettieri chiede alle principali forze politiche italiane l’adozione di alcune misure minime per rimettere in moto il meccanismo economico italiano: ammortizzatori sociali: evitare che siano le imprese a dover anticipare la cassa integrazione ai lavoratori posticipare e rateizzare tutti i pagamenti fiscali e contributivi per le imprese piccole, medie e grandi; si potrebbe ipotizzare un piano di rientro in 120 rate mensili a decorrere dal momento in cui si siano ristabilite le condizioni tecniche del mercato.

E ancora, accesso al credito: potenziamento di tutti i sistemi di garanzia per sostenere la liquidità a breve e a lungo termine; smobilizzo crediti: predisposizione di opportuni strumenti a tutela dello smobilizzo dei crediti commerciali.

In merito alla gestione dei dipendenti l'associazione porta all’attenzione come l’integrazione del reddito prevista dalle attuali misure di emergenza non trova applicazione per la figura dei lavoratori a domicilio, categoria a cui il settore della pelletteria fa molto ricorso, ne viene quindi chiesta l’estensione applicativa, così come viene chiesto di allargare lo spettro di azione e degli ammortizzatori sociali.

Infine, viene richiamata l’attenzione anche sulla sua manifestazione fieristica Mipel, vetrina di eccellenza per la pelletteria italiana, sottolineando l’importanza per il sistema della pelletteria di poter continuare a incontrare in quell’occasione i più importanti buyer del mondo sostenendo così l’export.

L’appello di Assopellettieri si traduce quindi nella richiesta che il credito d’imposta per la partecipazione alle fiere in generale sia elevato al 60 per cento per il prossimo anno (fino al 31 marzo 2021) e poi strutturalmente fissato al 50 per cento.

Foto: Confindustria press office

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