Confindustria Moda lancia l'allarme: entro il 2030 il settore potrebbe registrare una perdita di 19 miliardi di fatturato
Entro il 2030 il settore della moda potrebbe registrare una perdita di 19 miliardi di fatturato, 35mila posti di lavoro e 4600 imprese. Questi i rischi evidenziati, ieri, a Roma, da Confindustria Moda, se non verranno affrontate criticità come la crisi di liquidità e la difficoltà di accesso al credito; la concorrenza dell’ultra fast fashion, che mina il valore del made in Italy; la pressione regolatoria europea e la mancanza di strumenti simmetrici di supporto; il ricambio generazionale e la formazione delle nuove professionalità; l’aumento dei costi energetici e logistici e il rischio di delocalizzazione delle produzioni a monte della filiera.
Concorrenza dell'ultra fast fashion e crisi di liquidità delle aziende tra le criticità da affrontare
Si è tenuto ieri, 11 novembre, presso la sala “Caduti di Nassirya” del Senato della Repubblica, l’incontro “Trasformare la moda made in Italy per rafforzare la sua leadership mondiale”, promosso su iniziativa del senatore Giorgio Maria Bergesio e organizzato da Confindustria Moda.
Il presidente di Confindustria Moda, Luca Sburlati, ha presentato le linee guida del piano strategico industriale 2035 delle filiere tessile, moda e accessori, elaborato da Confindustria Moda insieme a Confindustria Accessori Moda, con il supporto scientifico di Liuc Business School, che mira a garantire la competitività e la sostenibilità del sistema moda italiano, coinvolgendo tutte le componenti produttive, dal tessile-abbigliamento alla pelle, dalla calzatura agli accessori.
Sburlati: "dobbiamo preservare e trasformare un patrimonio produttivo unico che è parte della nostra identità nazionale"
“La moda non è solo estetica, è economia reale, è lavoro, è territorio, è industria. Dobbiamo preservare e trasformare un patrimonio produttivo unico che è parte della nostra identità nazionale. Il nostro settore non chiede assistenza, ma una strategia industriale di lungo periodo. Dobbiamo lavorare insieme alle istituzioni per costruire un piano che metta al centro le persone, la sostenibilità, la tecnologia e la competitività internazionale", ha detto Sburlati.
Accanto a Sburlati, sono intervenuti Silvana Pezzoli, vicepresidente vicario di Confindustria Moda, Gianfranco Di Natale, direttore generale di Confindustria Moda, e la presidente di Confindustria Accessori Moda, Giovanna Ceolini.
"Le nostre imprese sono un motore essenziale della moda italiana e un orgoglio per il nostro Paese nel mondo. Il piano strategico 2035 rappresenta un passo concreto in questa direzione: solo investendo con decisione possiamo garantire che il made in Italy continui a essere un modello di eccellenza, riconosciuto in tutto il mondo. Lo dobbiamo alle nostre aziende e ai giovani, che sono il nostro futuro e ai quali dobbiamo dare un progetto cui aderire", ha aggiunto Giovanna Ceolini.
Il sistema moda made in Italy rappresenta una delle principali filiere manifatturiere nazionali, con un fatturato di circa 90 miliardi di euro
Il sistema moda made in Italy rappresenta una delle principali filiere manifatturiere nazionali, con un fatturato complessivo di circa 90 miliardi di euro, oltre 520.000 addetti e 48.000 imprese.
Il piano in preparazione definisce un percorso di trasformazione e rafforzamento competitivo per le imprese del settore, si legge in una nota.
L’obiettivo è costruire una filiera moda sostenibile, tecnologica e circolare, mantenendo la leadership mondiale del made in Italy.
Il documento allo studio si articola in sette capitoli d’intervento, che spaziano dalle misure urgenti di sopravvivenza alle azioni di medio-lungo periodo per l’innovazione e l’internazionalizzazione. Tra le priorità individuate figura il rifinanziamento di strumenti di liquidità e cassa integrazione; l'approvazione del decreto attuativo Epr tessile; la riduzione dei costi energetici per i comparti produttivi a monte. La tutela della competitività europea del tessile moda, la Banca mondiale della fibra e dei tessuti (progetto Fibrae) costituiscono altre urgenze.
Confindustria Moda è una delle più grandi organizzazioni mondiali di rappresentanza degli industriali del tessile e moda del mondo occidentale. La federazione rappresenta un settore che, con poco meno di 400.000 addetti e più di 40.000 aziende. Confindustria Accessori Moda è la federazione che riunisce le associazioni cui fanno riferimento i comparti chiave della filiera pelle italiana: calzaturiero (Assocalzaturifici), pelletteria (Assopellettieri), abbigliamento in pelle e pellicceria (Aip), concia (Unic concerie italiane).
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