Confindustria moda preoccupata per la crisi del Mar Rosso
loading...
A preoccupare è l'impatto della crisi sui prezzi delle merci che viaggiano tramite nave.
La moda italiana è desideratissima all’estero in diversi mercati e da alcuni report emerge che la spedizione di un container dai porti di Napoli, Genova e Trieste verso Shanghai è più cara del 231 per cento rispetto ai primi di gennaio (a prima, cioè, del bombardamento coordinato da Usa e Regno Unito alle postazioni della formazione armata Houti nello Yemen e della conseguente crescita di attacchi militari sul Mar Rosso). "L’impatto sulla logistica è evidente: per non lasciar passare le navi davanti allo Yemen e far loro percorrere la traiettoria dal Capo di Buona Speranza, i viaggi si allungano di circa 15 giorni con un maggior costo in termini di carburante e polizze assicurative; le navi, puntando sui porti del Nord Europa invece che su quelli del Mediterraneo, danneggiano ulteriormente la nostra economia", si legge in una nota di Confindustria moda.
Si avvicina l’appuntamento con le fiere internazionali delle associazioni di Confindustria moda: nelle prossime settimane si apriranno Milano Unica e Mido; poi, insieme, Micam, Mipel, TheOneMilano, Lineapelle con al suo interno Mipel Lab e un’anticipazione di Simac Tanning Tech, aggiunge Confindustria moda.
"Per ora, appunto, non ci sono particolari problemi. Confindustria moda continua a monitorare la situazione con attenzione e anche nell’ambito del Tavolo della moda, istituito presso il Mimit, siamo pronti ad agire con le istituzioni per supportarle nell’assunzione di decisioni che favoriscano la tutela delle aziende”, conclude Pilotti.