Confindustria Moda: serve "un piano strategico nazionale, che eviti di perdere altri 20 miliardi nei prossimi anni"
Serve "un piano strategico nazionale, che eviti di perdere altri 20 miliardi nei prossimi anni, attivando misure reattive e altre strategiche di lungo periodo”: parole di Luca Sburlati, presidente di Confindustria moda, oggi, a Roma, durante il tavolo della moda, al Mimit. “Il sistema moda ha perso 20 miliardi negli ultimi 2 anni come se il nostro sistema paese avesse improvvisamente perduto l’intero comparto aerospaziale, dobbiamo dunque agire seguendo quanto già esposto in Senato, cioè un piano strategico nazionale", ha detto Sburlati.
Sul tema della legalità Sburlati ha riconfermato la posizione di Confindustria Moda, per la quale è imprescindibile contrastare ogni forma di sfruttamento e irregolarità lungo la filiera, assicurando strumenti normativi chiari, efficaci e condivisi con le parti produttive.
Sburlati: "essenziale mantenere equilibrio, evitando che la lotta all’illegalità si trasformi in uno spettacolo mediatico"
Il presidente di Confindustria Moda ha anche espresso preoccupazione per il rischio di una crescente sovraesposizione mediatica, che può compromettere ingiustamente la reputazione del settore, che sta già attraversando un momento particolare. “È essenziale mantenere equilibrio e responsabilità, evitando che la doverosa lotta all’illegalità si trasformi in un mero spettacolo mediatico. La legge nazionale e un sistema di auditing condiviso lungo la filiera sono essenziali in tempi brevi".
Confindustria Moda vede con favore la firma da parte del Ministro Urso della lettera congiunta con il Ministro francese per la Commissione europea, che chiede un intervento rapido e coordinato contro i fenomeni legati all’ultra fast fashion, che accoglie le segnalazioni fatte proprio dalla federazione stessa, durante tutto il 2025.
L'associazione, inoltre, si legge nella nota, ha apprezzato la notizia della definizione di un regolamento nazionale che anticipa i provvedimenti legislativi del decreto attuativo relativo all’Extended producer responsibility (Epr) per il tessile, in un momento in cui il settore è già fortemente esposto alla concorrenza dell’ultra fast-fashion e ai suoi impatti economici, ambientali e sociali. Principalmente “il regolamento proposto e il decreto sull’Epr permetterebbero la creazione di una nuova filiera virtuosa, assimilabile a quelle del riciclo del vetro e della carta, legata al riciclo tessile, attraverso i consorzi attualmente già presenti in Italia, consentendo la nascita di nuove figure professionali e nuovi posti di lavoro”.
Presente al tavolo della moda anche Federazione moda Italia–Confcommercio che, come ha presentato urgenti richieste d’intervento e un piano strategico del retail della moda, con l’obiettivo di rilanciare il commercio di prossimità al centro della filiera e sostenere un settore che, nonostante un quadro macroeconomico in miglioramento, continua a registrare una contrazione dei consumi e una progressiva riduzione delle attività commerciali.
“Il paradosso italiano è evidente: abbiamo un’economia che mostra segnali di ripresa con spread in calo, deficit/Pil ridotto, inflazione stabilizzata e disoccupazione ai minimi, ma i consumi di moda continuano a diminuire", ha affermato il presidente di Federazione moda Italia–Confcommercio, Giulio Felloni.
"Nei primi dieci mesi dell’anno registriamo oltre il 5% di vendite in meno e un calo di 4 miliardi di euro nei consumi delle famiglie rispetto al 2019. Nel 2024 il saldo tra nuove aperture e chiusure è poi risultato molto preoccupante per l’intero settore moda, con la perdita di 6.459 punti vendita e, sappiamo tutti che ogni negozio che chiude rappresenta un gravissimo danno economico, sociale e culturale al tessuto produttivo e a quello urbano del nostro Paese. Il made in Italy non è solo produzione, è relazione. I nostri negozi sono il volto dei brand; sono tessitori di fiducia; sono il primo luogo in cui la moda incontra la comunità. I crescenti numeri dello shopping tourism sono anche testimonianza del rilevante ruolo del retail italiano come attrattore ed esportatore di stile e lifestyle nel mondo”.
“Confidiamo che il ministero delle Imprese e del made in Italy presti attenzione alle nostre richieste costituendo al più presto il tavolo del commercio e mettendo in campo interventi rapidi, coerenti e omogenei anche per ristabilire condizioni di concorrenza più eque. Invitiamo, infine, i consumatori a vivere le nostre città, a entrare nei negozi di prossimità e a prediligere acquisti più responsabili, sostenibili e di qualità”, ha sottolineato Felloni.
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