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Congiuntura Confcommercio: quadro positivo, ma soffrono i consumi di abbigliamento e calzature

Scritto da Isabella Naef

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Scarsa la propensione delle famiglie alla spesa; abbigliamento in calo del -3,5% Credits: Pexels, Kai Pilger

Per Confcommercio il quadro complessivo dell'andamento economico è positivo ma i consumi restano deboli. Infatti, è scarsa la propensione delle famiglie alla spesa. Bene le comunicazioni (+7,6%), in calo gli alimentari (-0,1%), elettrodomestici (-1,6%) e abbigliamento (-3,5%).

"Anche nel secondo trimestre del 2025 la nostra economia ha continuato a mostrare, in un contesto caratterizzato da turbolenze e incertezze, importanti segnali di vivacità. Già la nostra previsione a +0,3% congiunturale per il primo quarto dell’anno in corso ad alcuni era apparsa ottimistica. Si può sempre usare la clausola di stile con prevalenti rischi al ribasso per qualificare la propria visione sul futuro prossimo. Noi non lo faremo", ha sottolineato Confcommercio attraverso una nota.

Molte le incognite legate all’evolversi delle politiche commerciali

La presenza di un quadro più positivo nel secondo trimestre, le cui evidenze principali sono date dal permanere dell’occupazione ai massimi storici e dal ritorno ad aprile della produzione industriale in territorio debolmente positivo dopo oltre un triennio, si legge nell’importante recupero della fiducia di imprese e famiglie registrato a maggio, hanno spiegato gli esperti dell'associazione che raggruppa e rappresenta oltre 700mila imprese.

In questo contesto, che beneficia anche di una stabilizzazione dell’inflazione su valori inferiori al 2%, elemento che ha portato la Bce a riportare i tassi di riferimento ai livelli di fine 2022, non mancano le incognite legate all’evolversi delle politiche commerciali, spiega l'associazione.

"L’incertezza sugli sviluppi futuri del contesto internazionale potrebbe frenare il recupero della fiducia, uno degli elementi portanti per il miglioramento degli investimenti e dei consumi nella seconda parte dell’anno. Stando alle nostre stime, a maggio e giugno il Pil crescerebbe su base congiunturale dello 0,1%, valori che porterebbero, nel mese in corso, la variazione su base annua allo 0,8%. Nella media del secondo trimestre la nostra stima è di una crescita dello 0,4% congiunturale, andamento su cui hanno inciso i buoni risultati di aprile, e dello 0,9% tendenziale. Queste stime sono coerenti con la possibilità di realizzare, in assenza di particolari shock, una crescita nell’intero 2025 prossima allo 0,8%", specifica Confcommercio nella nota.

In questo contesto l’anello debole della catena è rappresentato dalle difficoltà dei consumi di instradarsi su un sentiero di crescita consolidato. Le famiglie italiane, nonostante i miglioramenti occupazionali e reddituali, continuano a mostrare una scarsa propensione al consumo.

L'indicatore consumi Confcommercio, a maggio, dopo il recupero di aprile, ha registrato una variazione nulla nel confronto annuo. Il dato è sintesi di una crescita per i servizi (+0,4%) e di una riduzione per i beni (-0,3%). Andamenti che consolidano, al netto di fattori episodici, la tendenza alla terziarizzazione del consumo, mente sono i beni, soprattutto i più tradizionali, (alimentari, abbigliamento, calzature, mobili, autovetture) a mostrare i maggiori segnali di difficoltà.

"Le nostre stime indicano per il mese in corso una variazione dei prezzi al consumo dello 0,1% congiunturale, confermando la crescita su base annua all’1,7%. L’esaurirsi delle moderate spinte inflazionistiche registrate nella parte finale del 2024 e l’ipotesi del permanere dell’inflazione sui livelli attuali anche nei prossimi mesi è confermata dalla scelte della Bce che, attuando una politica monetaria meno restrittiva, evidenzia come, al momento, il problema principale non sia rappresentato dall’andamento dei prezzi, ma dalla crescita", spiega Confcommercio.

L’unico incremento di rilevo ha interessato i consumi relativi ai beni e ai servizi per la comunicazione (+7,6%)

In linea con una situazione che, su base annua, non sembra mostrare particolari mutamenti, sia in termini di dinamiche sia di preferenze dei consumatori, anche a maggio 2025 le diverse funzioni di consumo che compongono l’Icc hanno mostrato andamenti articolati. L’unico incremento di rilevo ha interessato, come di consueto, i consumi relativi ai beni e ai servizi per la comunicazione (+7,6%). Variazioni lievemente positive si sono registrate per la domanda per gli alberghi e i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,2%) e per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,2%). Tutte le altre macro-funzioni evidenziano, sia pure con diverse intensità, un arretramento, su base annua, dei quantitativi acquistati dalle famiglie. In particolare per gli alimentari, le bevande e i tabacchi dopo la decisa crescita rilevata ad aprile la domanda è tornata in territorio debolmente negativo (-0,1%), confermando le difficoltà di uscire da una fase, ormai strutturale, di ridimensionamento dei consumi.

Nel mese di maggio le difficoltà maggiori si registrano anche per l’abbigliamento e le calzature (-1,0%)

Marginali variazioni negative della domanda hanno interessato anche i beni e i servizi per la mobilità (-0,2%). Nel mese di maggio le difficoltà maggiori, nel confronto con lo stesso mese del 2024, si registrano per i beni e i servizi ricreativi (-1,6%), per i beni e i servizi per la casa (-1,4%) e per l’abbigliamento e le calzature (-1,0%). I dati complessivi sottendono, come di consueto, andamenti articolati delle diverse funzioni di spesa incluse negli aggregati. A livello di singole voci di consumo permane la tendenza al miglioramento della domanda per i trasporti aerei (+5,7%), per i servizi ricreativi (4,7%) e per gli alberghi (+1,0%). Si conferma la tendenza al recupero delle spese per i carburanti (+1,6%) e la stasi dei consumi relativi ai pasti e consumazioni fuori casa. Rimane molto difficile la situazione dell’automotive che sconta una riduzione del 4,0%, su base annua, delle autovetture acquistate dai privati. Si conferma anche a maggio 2025 la tendenza al rallentamento della domanda per i mobili e gli articoli d’arredamento (-0,9%), per gli elettrodomestici (-3,5%) e per l’energia elettrica.

Le tendenze a breve

Sulla base degli andamenti registrati dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, Confcommercio stima per il mese di giugno una variazione dello 0,1% dell’indice in termini congiunturali e una crescita dell’1,7% su base annua. Il consolidarsi di una fase di stabilizzazione dell’inflazione dovrebbe favorire, nei prossimi mesi, l’ulteriore recupero della fiducia da parte delle famiglie. "Elemento che, associato al permanere di dinamiche positive per molti indicatori reali, occupazione e redditi tra tutti, potrebbe portare nella seconda parte dell’anno all’atteso, e necessario, miglioramento della domanda", conclude l'associazione.

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