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Congiuntura Confcommercio: spunti positivi, ma consumi ancora deboli, in affanno l'abbigliamento

Secondo Confcommercio per il bimestre ottobre-novembre il Pil mensile indica una crescita congiunturale di quattro decimi di punto, coerente con una possibile variazione tendenziale dell'ultimo quarto dell'anno in corso attorno all'1%. Per Confcommercio non si può escludere un’intonazione più favorevole dell’economia anche perché le prime stime indicherebbero un consolidamento di questa prospettiva anche in ottobre e novembre. "Si tratta di segnali deboli, in attesa di conferma, ma che sarebbe inappropriato trascurare, tanto più che per il bimestre ottobre-novembre il Pil mensile indica una crescita congiunturale di quattro decimi di punto coerente con una possibile variazione tendenziale dell’ultimo quarto dell’anno in corso attorno all’1%", si legge in una nota.

Riduzioni registrate per l’abbigliamento e le calzature (-1,1%)

In questo contesto i consumi si confermano l’anello debole della catena. A settembre, infatti, le vendite a volume hanno registrato un andamento negativo confermando e amplificando le difficoltà di molti segmenti di consumo. Tuttavia, questa dinamica sembra essersi marginalmente modificata a ottobre. La spesa delle famiglie, misurata nella metrica dell’Icc, Indicatore dei consumi Confcommercio. aumenta di un decimo di punto rispetto a ottobre 2024. Se la variazione anno su anno appare marginale, la variazione congiunturale (+0,4% rispetto a settembre) porta a guardare con maggior fiducia alla possibile evoluzione della domanda nei prossimi mesi.

Le stime di ottobre 2025 confermano il permanere di andamenti articolati delle diverse funzioni di consumo che compongono l’Icc con pochi segmenti che mostrano spunti di crescita. L’incremento più significativo si conferma quello relativo ai consumi di beni e servizi per la comunicazione (+11,3%), andamento che continua a essere guidato principalmente dalla componente relativa ai beni. Variazioni positive si sono registrate anche per gli alberghi e i pasti e le consumazioni fuori casa (+1,0%) e per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,9%). Stabile la domanda per i beni e i servizi per la casa. Le altre macro-funzioni evidenziano un arretramento, su base annua, dei quantitativi acquistati dalle famiglie. Le maggiori difficoltà si confermano quelle relative al segmento dei beni e i servizi per la mobilità (-3,8%). Più contenute, ma non meno significative, sono le riduzioni registrate per l’abbigliamento e le calzature (-1,1%), per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,7%) e per i beni e i servizi ricreativi (-0,4%).


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