Creatività, stagionalità delle collezioni e management: quali sono gli impatti dell'Ia nella moda
Un mondo in piena trasformazione quello della moda, complice anche l'intelligenza artificiale, oltre al mutare dei mercati, delle abitudini e delle esigenze dei clienti, variabili in gioco che l'utilizzo dell'Ia può elaborare, aiutando le imprese, anche quelle più piccole, a fare business. "Quello che è lo storico svantaggio di dimensione delle aziende italiane potrebbe essere un vantaggio in quanto le imprese più piccole sono anche più flessibili. Il vero rischio consiste nel non avere una struttura manageriale adeguata che sappia sfruttare gli investimenti in intelligenza artificiale", ha spiegato, a FashionUnited, Walter Ricciotti, ceo e co-fondatore di Quadrivio Group che, meno di un anno fa, ha lanciato l'Artificial intelligence Pe fund, di cui è partner tecnologico Microsoft.
Il nuovo veicolo di private equity investirà in piccole e medie imprese attive nel segmento business to business, con l’obiettivo di accrescerne valore e competitività, accelerando processi e sviluppando soluzioni legate al mondo dell’intelligenza artificiale, il target di raccolta ammonta a 300 milioni di euro. Il primo closing di raccolta a 100 milioni di euro risale alla settimana scorsa.
Necessario fare investimenti a livello manageriale
Il punto di partenza, quindi, è fare investimenti a livello manageriale per poter affrontare e cavalcare questa che è, a tutti gli effetti, la quarta rivoluzione industriale. L'intelligenza artificiale avrà, anzi ha, sulla moda e sulla filiera tre impatti evidenti. "Maggiore capacità di prevedere i trend, di comprendere dove il mondo sta andando", spiega Ricciotti. Una capacità previsionale che tocca sia il mercato, sia le tendenze stilistiche. Il secondo aspetto riguarda la creatività che dovrà essere coordinata, supportata e supervisionata dagli stilisti che sapranno indirizzare l'intelligenza artificiale. "Gli stilisti non spariranno", rassicura Ricciotti, sottolineando che, forse, vivremo in un mondo dove ci saranno meno designer e più informatici.
Ricciotti: "il made in Italy è il nostro petrolio"
La mission di Artificial intelligence fund sarà promuovere investimenti strategici e di maggioranza in aziende di piccole medie dimensioni, leader nel proprio mercato di riferimento e con una forte predisposizione all’internazionalizzazione. Realtà attive nei settori del manufacturing, della cybersecurity, dei data analytics, nonché di software e It. Quadrivio Group stima che, solo in Italia, l’adozione dell’Ia all’interno dei business model delle aziende di piccola media dimensione possa accrescerne il valore di 122 miliardi di euro già nei prossimi 15 anni. "Noi crediamo tanto nel made in Italy, riteniamo che sia il nostro petrolio e continuiamo a investire in questa direzione", dice Ricciotti, imprenditore italiano, con oltre 25 anni di esperienza in finance e consulting.
Il terzo aspetto su cui impatterà l'intelligenza artificiale ha a che vedere con aspetti legati al miglioramento della comunicazione one to one, con l'utente o cliente finale. "L'intelligenza artificiale andrà sicuramente anche a ridisegnare il concetto della stagionalità della moda", spiega il ceo. Concetto già messo alla prova dalle capsule collection, dai riassortimenti intermedi, dalle collezioni resort.
Grazie all'Ia sarà possibile produrre in favore della reale domanda
"L'intelligenza artificiale darà il colpo finale alle due stagioni, primavera estate e autunno inverno, che danno il ritmo alle presentazioni delle collezioni della moda, ci sarà una evoluzione nella stessa ottica del fast fashion", afferma Ricciotti, riferendosi ai continui riassortimenti nei negozi del fast fashion. Ma questo non sarà un risvolto negativo per la sostenibilità in quanto, grazie all'Ia, sarà possibile produrre in favore della domanda. L'Ia, infatti, "ha la capacità di analizzare anche le necessità delle nuove generazioni, molto sensibili al riciclo e all'utilizzo di nuovi materiali". Insomma, l'intelligenza artificiale sarà in grado di supportare gli stilisti al fine di avere meno resi e di produrre utilizzando i materiali giusti, sostenibili e riciclabili o riciclati. Ma al momento qual è lo stato dell'arte dell'industria della moda in tema di utilizzo dell'Ia? "C'è molto interesse, qualcuno sperimenta in maniera più lenta, altri sono più rapidi", conclude Ricciotti, aggiungendo che, per esempio, molti ecommerce utilizzano questo strumento per la comunicazione con il cliente finale, mentre altre aziende si sono già cimentate sullo sviluppo prodotto.
OPPURE ACCEDI CON