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Dati Istat: forte crisi per il lavoro autonomo

Scritto da Isabella Naef

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Stando ai dati Istat, a febbraio gli occupati sono sostanzialmente stabili rispetto a gennaio, mentre scendono lievemente i disoccupati e gli inattivi. L’occupazione è stabile sia tra le donne sia tra gli uomini, cresce tra i dipendenti permanenti e gli under 35, mentre scende tra i dipendenti a termine, gli autonomi e chi ha almeno 35 anni. Stabile anche il tasso di occupazione, pari al 56,5 per cento.

Nel confronto sui dodici mesi, al netto dei fattori stagionali, si sono persi 945mila posti di lavoro,

A febbraio il calo del numero di persone in cerca di lavoro (-0,3 per cento rispetto a gennaio, pari a -9mila unità) riguarda gli uomini e gli under 50, tra le donne e le persone con 50 anni o più si osserva un leggero aumento. Il tasso di disoccupazione scende al 10,2 per cento (-0,1 punti) e tra i giovani al 31,6 per cento (-1,2 punti), puntualizza l'Istituto nazionale di statistica.

Diminuisce lievemente anche il numero di inattivi (-0,1 per cento rispetto a gennaio, pari a -10mila unità) per effetto, da un lato, della diminuzione tra le donne e chi ha almeno 25 anni e dall’altro della crescita tra gli uomini e i 15-24enni. Il tasso di inattività è stabile al 37 per cento.

Il livello dell’occupazione nel trimestre dicembre 2020-febbraio 2021 è inferiore dell’1,2 per cento rispetto a quello del trimestre precedente (settembre-novembre 2020), con un calo di 277mila unità. Nel trimestre aumentano sia le persone in cerca di occupazione (+1,0 per cento, pari a +25mila), sia gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+1,3 per cento, pari a +183mila unità).

Le ripetute flessioni congiunturali dell’occupazione, registrate dall’inizio dell’emergenza sanitaria fino a gennaio 2021, hanno determinato un crollo dell’occupazione rispetto a febbraio 2020 (-4,1 per cento, pari a -945mila unità). La diminuzione coinvolge uomini e donne, dipendenti (-590mila) e autonomi (-355mila) e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione scende, in un anno, di 2,2 punti percentuali.

Inoltre, nell’arco dei dodici mesi, crescono le persone in cerca di lavoro (+0,9 per cento, pari a +21mila unità), ma soprattutto gli inattivi tra i 15 e i 64 anni (+5,4 per cento, pari a +717mila).

Secondo l'Ufficio Studi di Confcommercio la stabilizzazione del mercato del lavoro rilevata a febbraio 2021, tanto per l’occupazione quanto per la disoccupazione, dopo le forti turbolenze dell’ultimo anno è un dato che va preso con estrema cautela e letto alla luce di quanto accaduto dall’inizio del 2020.

Nel confronto sui dodici mesi, al netto dei fattori stagionali, si sono persi 945mila posti di lavoro, persone che, in molti casi, sono uscite dal mercato ampliando significativamente il numero di inattivi (+717mila): quest’ultima è l’indicazione più rilevante per una valutazione accorta della crisi nella quale il Paese ancora si dibatte.

"Alla luce della revisione effettuata dall’Istat, il quadro appare più complicato anche in relazione al consuntivo dello scorso anno: la perdita di occupazione è passata, infatti, da - 421mila unità a -646mila", sottolinea l'Ufficio studi.

Il limite temporale dei tre mesi di assenza dal lavoro dopo il quale non si è conteggiati tra le forze di lavoro, a meno che non si tratti di congedi per maternità, congedo parentale retribuito, formazione pagata dal datore di lavoro e part-time verticale, ha spostato un numero consistente di lavoratori in Cig e autonomi nell’inattività, fenomeno che è stato particolarmente intenso proprio dall’inizio della pandemia.

Le nuove definizioni rendono (dal primo gennaio 2021 è stata avviata la nuova rilevazione sulle Forze di lavoro che recepisce quanto stabilito dal Regolamento (UE) 2019/1700) tra l’altro, più evidente la crisi del lavoro autonomo che nel solo 2020 ha conosciuto un calo di 218mila unità e che a febbraio 2021 presenta, nel confronto annuo, un saldo di -355mila occupati.

Foto: Pexels

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