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Deloitte: il 70 per cento dei fondi valuta un investimento nel settore fashion e luxury nel 2020

Scritto da Isabella Naef

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Sono l'abbigliamento e gli accessori, la cosmetica e i profumi e il digital luxury i settori su cui punteranno gli investitori nonostante la pandemia da Covid-19. Gli investitori si aspettano che i mercati Asia e Middle-East recupereranno più rapidamente dopo l’impatto negativo del coronavirus con una crescita del settore fashion e luxury. Europa e America Latina dovrebbero invece soffrire di più, mostrando un calo nei prossimi anni.

Gli investitori stimano un impatto negativo del Covid-19 sui ricavi del 2020 tra il 21 e il 30 per cento, sebbene con previsioni positive sia sui mercati Asia e Middle East

Nel breve termine, la pandemia avrà un impatto significativo soprattutto su hotel di lusso, delle crociere, orologi e gioielleria, arredamento. Diverso, secondo quanto emerge da un'indagine di Deloitte, l'impatto sui beni di lusso personali, come abbigliamento e accessori, cosmetica e profumi insieme al lusso digitale più resilienti rispetto agli altri beni di lusso.

I segmenti appena citati dovrebbero registrare una riduzione di fatturato più limitata e un successivo aumento dei ricavi del 10 per cento entro il 2025.

I dati sono contenuti nel Global fashion and luxury private equity and investors survey 2020 di Deloitte, un report che analizza trend e operazioni di fusione e acquisizione del mercato del lusso basandosi su dati di mercato e interviste a top manager.

Numeri alla mano, nel 2019, sono state registrate 271 operazioni di fusioni e acquisizioni nel settore del lusso con un leggero aumento di circa il 2 per cento rispetto all’anno precedente.

Il settore degli hotel di lusso è stato il principale driver delle attività di fusione e acquisizione nel 2019, con un totale di 115 operazioni a livello globale (+40 sul 2018), mentre le operazioni riguardanti aziende che operano nel mondo dei beni di lusso personali sono diminuite, con orologi e gioielleria che hanno registrato il calo più alto (-26 operazioni).

Gli investitori stimano impatto negativo del Covid-19 sui ricavi del 2020 tra il 21 e il 30 per cento, sebbene con previsioni positive sia sui mercati Asia e Middle East. Come sottolinea Deloitte, il settore dei beni di lusso personali si conferma come quello più attraente per gli investitori, con focus su abbigliamento e accessori e cosmetica e profumi. Si prevede che gli investimenti in beni di lusso digitali aumentino in modo significativo. Infine, secondo la maggioranza degli operatori, il Covid-19 darà un impulso all’adozione di tecnologie innovative come big data e analytics, Intelligenza artificiale e Internet of things, nel settore del lusso.

“Anche in quest’anno difficile, l’industria del lusso continua a essere un terreno fertile per gli investitori. Dopo il Covid-19, il 70 per cento degli investitori continuerà a investire nel mercato del lusso, che vedrà abbigliamento e accessori, cosmetica e profumi e il lusso digitale come i settori più attraenti. In particolare, il digital luxury è un settore su cui si concentreranno buone opportunità di investimento per il prossimo anno, mentre lo store classico evolverà da point of sales a point of touch, a riprova dell’importanza delle vendite online per il mondo del private equity”, ha affermato, in una nota. Elio Milantoni, partner Deloittte.

L'indagine si concentra in primo luogo sulle previsioni riguardo al potenziale di crescita del mercato fashion e luxury nei prossimi anni. Dopo il calo nel 2020 dovuto all’impatto del Covid-19, le vendite del settore dei beni di lusso personali dovrebbero crescere del 10 per cento tra il 2019 e il 2025 (ovvero una crescita annua del +1,9 per cento). Gli altri segmenti del lusso subiranno inizialmente un impatto della pandemia maggiore, ma le vendite cresceranno entro il 2025 del 20 per cento (crescita annua del +2,4 per cento), registrando una ripresa più rapida e robusta.

Per quanto riguarda le operazioni nel segmento dei beni di lusso personali, il dato 2019 è in diminuzione (-53 rispetto al 2018) con abbigliamento e accessori (17 per cento del totale) in calo di 26 operazioni, orologi e gioielleria (4 per cento del totale) in calo di 17 operazioni e cosmetica e profumi (12 per cento del totale) in calo di 10 operazioni rispetto all’anno precedente.

Nel 2019, gli investitori strategici, che rappresentano il 55 per cento degli acquirenti totali, hanno guidato le operazioni di fusione e acquisizione concentrate principalmente nel mondo di hotel e altre industrie.

Secondo quanto emerso dal sondaggio Deloitte, il 70 per cento dei fondi sta valutando un investimento nel settore fashion e luxury nel 2020, con un notevole interesse verso abbigliamento e accessori (+28 pt), cosmetica e profumi (+15 per cento ), lusso digitale (+53 per cento) e arredamento (-17 per cento). L’interesse in queste categorie è aumentato rispetto all’anno precedente, soprattutto per quanto riguarda i beni di lusso digitali.

Tuttavia, sottolinea Deloitte, nei prossimi tre anni, gli investitori prevedono un impatto significativo dovuto al Covid-19, in particolare su segmenti: automobili, hotel, ristoranti, crociere e vendita al dettaglio. Si prevede che l’andamento delle vendite dei segmenti abbigliamento, orologi e gioielleria, yacht e jet privati rimarrà stabile, mentre cosmetica e profumi e arredamento vedranno una crescita. Il digital luxury sarà il settore caratterizzato dal maggior incremento, grazie anche a un effetto positivo derivante dalla pandemia.

Foto: Pexels

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