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Drumohr chiude il 2021 con un giro d'affari a +50 per cento

Scritto da Isabella Naef

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Michele Ciocca, ceo di Drumohr, courtesy of Drumohr
Drumohr, storico marchio fondato nel 1770 a Dumfries nelle Highlands scozzesi, e oggi totalmente made in Italy dopo l'acquisizione, nel 2006, da parte del Gruppo Ciocca, ha archiviato il 2021 con un fatturato pari a 10,5 milioni di euro, mettendo a segno un aumento del 50 per cento di fatturato rispetto al 2020 e del 10 per cento rispetto al 2019.

In agenda nuove aperture in Italia

Diverse le novità in carniere per il marchio che oggi realizza, oltre alla maglieria, total look uomo e donna. "Stiamo pensando anche a un riposizionamento delle collezioni donna nel nostro negozio di Torino e sull'ecommerce, a partire da settembre", ha raccontato a FashionUnited, Michele Ciocca, ceo di Drumohr. Anche sul piano retail sono in agenda nuove aperture, in Italia e all'estero. "Ma vista la situazione internazionale al momento siamo cauti su questo fronte", ha specificato l'amministratore delegato.

Tra i principali driver di crescita che, nonostante la pandemia, hanno portato a un aumento del 50 per cento del giro d'affari 2021 rispetto al 2020, figura sicuramente il cambiamento di abitudini degli ultimi due anni, che ha visto un'impennata delle vendite di abbigliamento confortevole, pullover in primis. "Abbiamo registrato anche forti vendite delle collezioni primavera estate e autunno inverno grazie all'introduzione di un nuovo team stilistico", ha spiegato Ciocca. Numeri alla mano, la nuova collezione autunno-inverno 2022/2023 ha fatto registrare ordini in aumento del 41 per cento sulla fall-winter 21/22 e del 50 per cento rispetto alla fall-winter 20/21. Nello specifico, la collezione uomo ha messo a segno un +40 per cento e quella donna un +47 per cento rispetto all’ultima stagione invernale.

"Ci ha ripagato anche il fatto di aver tenuto fede al Dna stilistico del marchio da sempre eccentrico e colorato, oltre alla costanza di essere sul mercato da 16 anni con la stessa proprietà e gestione del marchio (la famiglia Ciocca, azienda storica di riferimento nel settore della maglieria, ha acquisito Drumohr nel 2006, ndr)", ha detto il ceo. Le collezioni di maglieria del marchio, dalla fondazione in poi, hanno conquistato una clientela internazionale, dalla famiglia reale inglese al re di Norvegia, da Audrey Hepburn a James Stewart, fino a personaggi del jet set come Gianni Agnelli. Grazie a lui, infatti, l’originale motivo del “razor blade” divenne un’icona e prese il nome di biscottino.

L'ecommerce, altro driver di crescita, unitamente alla spinta sui social e sull'advertising online durante la pandemia da Covid 19, "sta crescendo ma a ritmi meno elevati da quando hanno riaperto i canali distributivi fisici, anche se rimane il nostro terzo negozio per fatturato dopo quello di Milano e di Torino", ha osservato Ciocca. Il marchio conta monomarca anche a Saint Moritz, a Forte dei Marmi e ad Alassio.

Altro focus strategico dell'azienda è la sostenibilità, "stiamo lavorando per rendere la struttura industriale sostenibile, coinvolgendo tutta la filiera e la produzione".

Per quanto riguarda l'anno in corso le previsioni indicano una ulteriore crescita del fatturato 25-30 per cento, anche grazie ai nuovi negozi, alle relocation e shop in shop che saranno aperti in alcune città italiane.

Il negozio di Saint Moritz, courtesy of Drumohr
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