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Ecco come il settore de beni di lusso può prepararsi al futuro

Scritto da Don-Alvin Adegeest

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Il settore dei beni di lusso non è immune dagli effetti del Covid-19: si stima che l’impatto del virus potrebbe causare una riduzione delle vendite a livello globale del 35 per cento.

Chiusura dei negozi per settimane, distanziamento sociale e consumi modesti al tempo della crisi stanno gettando nello scompiglio l’economia mondiale, incluse le aziende produttrici di beni di lusso.

Secondo la multinazionale della consulenza aziendale Boston Consulting Group (Bcg), i grandi marchi devono sviluppare piani per il futuro, concentrandosi sulle prossime collezioni, sull’allocazione delle merci, sugli acquisti e sulle decisioni inerenti la catena di fornitura. Bcg ritiene che le vendite potrebbero registrare un calo compreso tra 450 e 600 miliardi di dollari in tutto il mondo rispetto ai livelli del 2019. Si tratterebbe di un calo più imponente di quello verificatosi durante la grande recessione di dieci anni fa.

Bcg fa notare che gli effetti della crisi non saranno gli stessi dappertutto. In base alle diverse modalità con cui i vari paesi e le varie regioni hanno reagito alla crisi finora e agli effetti di queste azioni sui consumi, alcune zone subiranno contraccolpi maggiori rispetto alla media.

In Spagna, uno dei paesi europei più colpiti, le vendite di beni di lusso sono calate del 90 per cento rispetto al 2019. Con il divieto di viaggiare, i paesi che dipendono dalle spese dei turisti, specialmente nei settori moda e articoli di lusso, avranno una ripresa più lenta. In Italia, dove la chiusura imposta dal governo sta tenendo 60 milioni di persone a casa, la produzione si è quasi bloccata. Un piccolo produttore di borse per Gucci ha dichiarato all’agenzia di stampa Reuters che, in condizioni normali, la sua azienda produce fino a 1.000 borse al mese per il marchio. A febbraio, il numero è sceso a 450, mentre non ci sono stati ordini per marzo e aprile né per maggio, almeno finora, come ha riportato Qz.

La maggior parte dei paesi europei ha esteso il periodo di chiusura dei negozi e autoisolamento oltre la data limite prevista del 6 aprile. Le principali compagnie aeree hanno messo a riposo la propria flotta fino a maggio e le frontiere rimangono chiuse. Si prevedeva che le vendite avrebbero toccato il fondo nei mesi di marzo e aprile, ma questo trend potrebbe non risparmiare neanche maggio.

Secondo Bcg, la Cina è abbastanza in forma da poter superare la crisi, essendo riuscita a contenere la diffusione del virus, e le aziende stanno lentamente tornando operative. Le vendite dei settori della moda e dei beni di lusso in Cina potrebbero calare solo del 5 o 10 per cento rispetto al 2019.

Gli Stati Uniti, che ora sono l’epicentro della crisi nel Nord America, potrebbero aver bisogno di più tempo per riprendersi, specialmente visto che le iniziative per la gestione della quarantena variano da uno stato all’altro.

Pianificare per il futuro

Walpole, l’associazione ufficiale dei marchi di lusso del Regno Unito, afferma giustamente che una cosa è certa: questa crisi passerà. Walpole ha dichiarato che la maggior parte dei suoi clienti ha proiettato i budget destinati alle campagne oltre i tre mesi della fase di quarantena e prevede periodi molto pieni a fine estate e a Natale. L’associazione consiglia dunque di approfittare della fase di ripresa, in qualunque momento arriverà.

Con l’uscita dell’Asia dalla crisi, si avrà la sensazione di una ripresa del normale svolgimento delle attività; tuttavia, poiché i vari paesi usciranno dalla crisi in momenti diversi, i marchi di beni di lusso devono essere preparati.

Immagine: sito web Celine; Fonte dell’articolo: Bcg, Covid- 19 Recovery Scenarios for Fashion and Luxury Brands

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su FashionUnited.com e poi tradotto per FashionUnited.it

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