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Ey: il 52 per cento dei consumatori diminuirà gli acquisti di prodotti non essenziali

Scritto da Isabella Naef

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Pexels, Tirachard Kumtanom
Il clima geopolitico preoccupa i consumatori: in cima alle preoccupazioni (oltre il 75 per cento) l’aumento dei prezzi di elettricità e gas, del carburante (70 per cento) e dei beni di prima necessità (oltre 65 per cento).

Per il 42 per cento dei consumatori italiani le aspettative per il futuro nei prossimi tre anni potrebbero peggiorare. In calo la preoccupazione per il Covid-19, la sostenibilità rimane una priorità.

Questi alcuni dei dati rilevati dalla decima edizione dell’Ey Future consumer index.

In cima alle preoccupazioni del 73 per cento degli italiani aspetti economico-finanziari

La decima edizione dello studio ha sondato le opinioni di oltre 18mila cittadini in tutto il mondo tra cui anche l’Italia.

Numeri alla mano, il 73 per cento dei consumatori dichiara di essere preoccupato per le proprie finanze e, sempre il 73 per cento, prevede un ulteriore aumento del costo dell’energia per le famiglie nei prossimi sei mesi. Infatti, quasi il 50 per cento degli italiani dichiara di concentrare i propri acquisti esclusivamente su prodotti e beni essenziali, dato in aumento rispetto a febbraio scorso quando si toccava appena il 40 per cento.

“Date le crescenti tensioni geopolitiche e gli impatti economico-sociali, i consumatori stanno di nuovo rivedendo le proprie priorità di consumo con maggiore attenzione ai prezzi e focalizzandosi sui beni primari in vista di un periodo che si prospetta essere ancora incerto e complesso. In questo contesto, le aziende si trovano a dover rispondere a una richiesta di prodotti convenienti a fronte però di un significativo incremento dei costi legati agli effetti inflazionistici", ha sottolineato Stefano Vittucci, consumer products and retail sector leader di Ey in Italia.

Il 52 per cento dei consumatori diminuirà gli acquisti di prodotti non essenziali

L’analisi relativa agli atteggiamenti di vita e di consumo registra una riduzione di coloro che sono preoccupati per l’emergenza sanitaria, passando dal 30 per cento nel 2020, al 27 per cento nel 2021 per arrivare oggi al 13 per cento della popolazione. Inoltre, in relazione alle intenzioni di acquisto dichiarate, dall’indagine Ey emerge che il 52 per cento dei consumatori diminuirà i propri acquisti di prodotti non essenziali e il 48 per cento si concentrerà su quelli essenziali.

La tutela dell’ambiente a guidare gli stili di vita e atteggiamenti verso i consumi

Si registra una certa crescita per quanto riguarda i temi legati alla sostenibilità, che raddoppia la propria consistenza rispetto a due anni fa, passando dal 17 al 35 per cento. I consumatori italiani mostrano, infatti, una maggiore attenzione ai temi della sostenibilità confrontati con il resto del mondo. Infatti, tra i 24 Paesi analizzati nell’Ey Future consumer index, l’Italia occupa il secondo posto come dimensione di questo segmento, preceduta solo dalla Cina (con il 38 per cento).

Nonostante la crescente consapevolezza e volontà dei consumatori a vivere in modo più rispettoso dell'ambiente, gli sforzi sono frenati dall'aumento del costo della vita. Il 56 per cento degli intervistati in Italia afferma infatti che il prezzo elevato dei beni e dei prodotti sostenibili li dissuade dall'acquistarli.

Oggi i consumatori italiani sono più informati sull’impatto ambientale dei prodotti che intendono acquistare e questo riflette l’impegno crescente delle aziende nell’assicurare al consumatore una comunicazione trasparente e puntuale sui vari canali d’acquisto online o in negozio. Il 41 per cento degli individui in Italia utilizza le informazioni riportate sugli imballaggi per fare scelte d’acquisto sostenibili e il 47 per cento ritiene che la mancanza di disponibilità di informazioni o di trasparenza possa dissuadere dall&'acquistare prodotti sostenibili.

Un numero sempre minore di persone associa i prodotti sostenibili alla bassa qualità (63 per cento maggio 2021 contro 51 per cento giugno 2022) e un numero crescente di intervistati in Italia (72 per cento a maggio 2021 contro 80 per cento a giugno 2022) si aspetta che le aziende siano sempre più impegnate nel generare un impatto positivo per rispettare l’ambiente e la società.

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