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Filiera pelle: ricavi in frenata anche nei primi mesi del 2024

Scritto da Isabella Naef

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Una delle scorse edizioni di Micam Credits: Courtesy of Micam
La filera della pelle risente della crisi. Dati alla mano, i comparti cui fanno riferimento le aziende rappresentate da “Confindustria accessori moda”, calzaturiero, pelletteria, pellicceria e concia, hanno chiuso il 2023 con un fatturato di 32,8 miliardi di euro, in calo del 0,7 per cento rispetto al 2022.

Domani aprono Micam, Mipel, TheOneMilano, Lineapelle e Simac Tanning tech

“Partono domani le fiere Micam, Mipel, TheOneMilano, Lineapelle e Simac Tanning tech, appuntamenti strategici per il business del made in Italy: i dati relativi alle registrazioni sono incoraggianti e portano una ventata di ottimismo per tutto il settore. Le nostre imprese segnalano però difficoltà: serve un intervento urgente e collaborativo con il Governo per supportare le aziende e tutelare i lavoratori", ha sottolineato, in una nota, Annarita Pilotti, presidente di Confindustria accessori moda. Le fiere si svolgeranno nel quartiere di Fiera Milano Rho.

Tornando ai dati, la frenata del comparto ha interessato anche la prima parte del 2024, che negli stessi mesi ha registrato un calo dell’export (-8,2 per cento). La situazione geopolitica globale non ha certo aiutato, con il calo dei consumi registrato in mercati chiave, e i costi della logistica in aumento (per via del conflitto in Medio Oriente) mentre quelli di energia e materie prime risentono ancora della guerra in corso in Ucraina, ha specificato l'associazione.

La Francia rappresenta il Paese principale per l’export

Entrando nel dettaglio della ripartizione geografica, per quanto riguarda l’Europa, la Francia rappresenta il paese principale per l’export (+0,5 per cento), seguita dalla Germania che registra una flessione (-3,9 per cento); cresce, invece, l’export verso la Spagna (+15,1 per cento) e la Polonia (+6,6 per cento). Continua nella prima parte del 2024 il forte crollo dell’export verso la Svizzera (-65,3 per cento), espressione del perdurare di alcune scelte logistiche dei brand che hanno sostituito le triangolazioni nei depositi elvetici a favore di spedizioni dirette verso i mercati finali di destinazione. Di questa dinamica ne hanno beneficiato alcuni Paesi, come la Cina (+1,7 per cento) e il Giappone (+9,6 per cento). A più di due anni dall’inizio del conflitto russo-ucraino, i due mercati mostrano un andamento divergente: dopo il rimbalzo di entrambi nel 2023, la Russia rallenta nuovamente nella prima parte del 2024 (-18,5 per cento, collocandosi al sedicesimo posto tra i mercati di sbocco); prosegue invece il recupero in Ucraina (+25,8 per cento, al 48esimo).

“Le nostre imprese stanno affrontando un periodo di grande difficoltà, dovuto principalmente ad una domanda sia interna, sia esterna inadeguata, che comporta un rallentamento della produzione. Questi fattori hanno portato a un aumento significativo degli strumenti di integrazione salariale, con livelli che risultano essere 4 volte e mezzo superiori a quelli pre- pandemia (+351,1 per cento) e del +15,4 per cento rispetto ai primi 6 mesi del 2010, in piena crisi economica mondiale”, ha aggiunto commentato Annarita Pilotti.

Primo mercato di destinazione della pelle italiana è la Francia Credits: Pexels, Pixabay
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