Furla Usa presenta istanza di fallimento a New York
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La crisi delle vendite dei prodotti della moda legata alle chiusure dei negozi, ai fermi produttivi imposti dai Governi per arginare la pandemia e alla riduzione dei consumi, sta impattando negativamente sulle aziende. Tra le realtà in sofferenza figura anche Furla Usa, che ha presentato istanza di fallimento a New York.
Il giro d'affari sarebbe stato fortemente penalizzato dalla crisi generata dal Coronavirus e la controllata statunitense del brand bolognese ha chiesto di avvalersi della protezione del Chapter 11 presso la Corte fallimentare di New York.
Gli acquisti discrezionali dei consumatori sono diminuiti a causa dell'improvvisa crisi economica post-Covid-19
L'istanza di fallimento, come riporta un lancio dell'agenzia di stampa Dire, arriva dopo che Furla Usa ha registrato un calo del fatturato del 67 per cento nei primi tre mesi dell'anno, con importanti flessioni del giro d'affari imputabile alle vendite all'ingrosso negli Stati Uniti, in America Centrale e del Sud.
Dato che i prodotti del marchio "sono di lusso, questi vengono considerati spesso come acquisti discrezionali e gli acquisti discrezionali dei consumatori sono diminuiti a causa dell'improvvisa crisi economica post-Covid-19", ha dichiarato in tribunale Elena Moncigoli, amministratore delegato di Furla Usa.
A oggi l'azienda è stata costretta a chiudere 14 negozi e ha comunicato la volontà di rescindere quattro contratti di locazione dei negozi e di restituire le chiavi ai proprietari.
Nel dettaglio, si tratta dei negozi di Aventura mall nella zona di Miami, Copley place a Boston, Houston Premium outlets a Cypress, in Texas, e Roosevelt field mall a Long Island a New York. Furla Usa ha stimato inoltre di avere circa 80 creditori e mutuatari a cui deve 2 milioni di euro.
Foto: Furla, dall'ufficio stampa