Fusione bloccata e calo dei marchi: Capri Holdings perde il 16,4 per cento nel Q2
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Capri Holdings, la casa madre di marchi come Versace, Michael Kors e Jimmy Choo, ha pubblicato risultati finanziari deludenti per il secondo trimestre, segnando una netta decelerazione sui mercati. Il gruppo ha registrato un calo del 16,4 per cento del fatturato netto, attestatosi a 1,08 miliardi di dollari, ben al di sotto delle aspettative degli analisti che prevedevano un calo dell'8,7 per cento a 1,18 miliardi di dollari, secondo Reuters e i dati raccolti da Lseg.
Fattori del declino
Questo deterioramento delle performance è dovuto a diversi fattori, tra cui un contesto economico sfavorevole: l'inflazione galoppante, l'aumento dei tassi di interesse e le incertezze geopolitiche hanno pesato sul potere d'acquisto dei consumatori, in particolare nel segmento del lusso. A ciò si aggiunge la crescente concorrenza esercitata dai marchi del fast fashion e dai giovani stilisti, che hanno intensificato la pressione sui marchi del lusso offrendo prodotti più accessibili e in linea con le nuove tendenze.
Inoltre, anche problemi di esecuzione hanno influito sulle performance di alcuni marchi del gruppo: difficoltà nella gestione delle scorte, ritardi nelle consegne e problemi di qualità hanno avuto ripercussioni negative.
In questo contesto di calo delle performance di Capri Holdings, due marchi del gruppo sono particolarmente sotto accusa: Versace, un tempo motore di crescita per Capri Holdings, che ha visto le sue vendite ristagnare, e Michael Kors, che fatica a rinnovare la propria immagine.
Fusione bloccata con Tapestry
I risultati di Capri Holdings arrivano mentre la fusione da 8,5 miliardi di dollari con Tapestry, società cui fa capo Coach, è stata appena bloccata a fine ottobre da un giudice americano, come riporta l'agenzia di stampa Reuters. Questa decisione ha comportato un crollo del 45 per cento del valore delle azioni di Capri Holdings, mentre quelle di Tapestry sono salite del 10 per cento. La Federal trade commission (Ftc) ha sostenuto che la fusione avrebbe soffocato la concorrenza e si sarebbe tradotta in prezzi più elevati per i consumatori. Capri e Tapestry hanno annunciato l'intenzione di appellarsi contro questa decisione, riporta Business Am.
Quali conseguenze per Tapestry e Capri Holdings
Per Capri Holdings, questo blocco rappresenta un duro colpo su più fronti. Da un lato, la fusione avrebbe consentito al gruppo di consolidare la propria posizione sul mercato del lusso, diversificare il proprio portafoglio marchi e beneficiare di sinergie operative. Dall'altro, il crollo delle sue azioni riflette la perdita di fiducia degli investitori, esacerbata dai deludenti risultati finanziari del secondo trimestre. Capri deve ora concentrarsi su una strategia di ripresa autonoma, di fronte a sfide come la maggiore concorrenza, i problemi di esecuzione e l'evoluzione delle aspettative dei consumatori.
Per Tapestry, la decisione del giudice ha offerto una tregua temporanea. L'impennata delle sue azioni sottolinea l'ottimismo degli investitori sulla capacità dell'azienda di continuare a crescere in modo indipendente. Tuttavia, anche Tapestry deve muoversi in un ambiente competitivo intenso. La società aveva sperato che la fusione le avrebbe permesso di aumentare la propria quota di mercato e di competere in modo più efficace con i giganti del lusso come Lvmh. Ora, Tapestry deve dimostrare di poter mantenere il proprio slancio di crescita esplorando nuove opportunità per rafforzare la propria posizione senza l'aiuto di questa acquisizione strategica.
Nonostante un fatturato annuo combinato di oltre 12 miliardi di dollari per l'esercizio 2023, le due aziende rimangono eclissate dai rivali europei del settore del lusso, come Lvmh, che ha registrato 86,2 miliardi di euro di vendite lo scorso anno, osserva giustamente Business Am. Quest'anno, le azioni di Tapestry sono aumentate del 34 per cento, mentre quelle di Capri sono crollate del 55 per cento, secondo i dati del media.
Il blocco della fusione tra Capri Holdings e Tapestry ha quindi creato una situazione contrastante per le due aziende. Capri si trova ad affrontare un periodo di turbolenze e deve ridefinire la propria strategia per riguadagnare la fiducia degli investitori e dei consumatori. Tapestry, dal canto suo, beneficia di un rinnovato slancio a breve termine, ma deve continuare a evolversi in un mercato altamente competitivo senza il vantaggio strategico che la fusione avrebbe potuto offrire.
Originariamente pubblicato sull'edizione francese, tradotto per fashionunited.it da Isabella Naef
- Capri Holdings ha registrato risultati finanziari deludenti nel secondo trimestre, con un calo del 16,4% del fatturato netto.
- Il declino è dovuto a fattori economici avversi, maggiore concorrenza e problemi di esecuzione interna.
- La bloccata fusione con Tapestry ha ulteriormente aggravato la situazione di Capri Holdings, mentre Tapestry ha beneficiato di un aumento delle azioni.