Giorgio Armani spa: la fondazione avrà come primo compito quello di proporre un nuovo ceo
Il comitato esecutivo della Giorgio Armani, costituito da membri rappresentativi della famiglia e del top management per gestire la transizione della governance del Gruppo Armani alla scomparsa del suo fondatore, prende "atto dei documenti del testamento del signor Armani appena resi pubblici dalla procedura notarile in corso", afferma una nota inviata dall'azienda nelle ore in cui si sta svelando quello che sarà il futuro della griffe.
La Fondazione avrà come suo primo compito quello di proporre il nome del nuovo amministratore delegato
In relazione alla componente societaria, appare chiaro fin da una prima lettura che rimane confermato in ogni passaggio l'intento del signor Armani di garantire continuità strategica, compattezza societaria e garanzia finanziaria per uno sviluppo di lungo termine, in linea con quanto aveva più volte condiviso con la stampa e con i collaboratori più stretti. "Si legge infatti che ogni scelta strategica nel breve e nel medio termine è demandata alla guida del signor Dell'Orco e alla famiglia, con il supporto della Fondazione; scelte indirizzate però dallo stesso signor Armani sia in termini di missione del marchio, sia di possibili azioni con implicazioni sull'assetto societario di medio e lungo termine", spiega la nota.
"In quest'ottica si legge quindi l'apertura legata alla quotazione in borsa ma anche l’apertura a un socio di minoranza di riconosciuta levatura e genuino interesse sul marchio. Il tutto lasciando sempre, su impulso della Fondazione, al signor Dell’Orco e alla famiglia le decisioni e la gestione di tale percorso, nell'ambito però dei principi e delle regole definite dal signor Armani nella Fondazione che oggi detiene (in piena e in nuda proprietà) il 100% delle azioni", spiega l'azienda, evidenziando che qualunque soluzione societaria venisse attuata, la Fondazione, che avrà tra l’altro come suo primo compito quello di proporre il nome del nuovo amministratore delegato, non scenderà comunque mai sotto il 30% del capitale, proprio come garante del rispetto "per sempre" dei principi fondanti oggi confermati e ribaditi.
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