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Gli Stati membri della Ue intendono indebolire la direttiva sulla due diligence delle imprese

Scritto da DPA

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Bandiere UE Credits: Unsplash

Gli Stati membri della Ue intendono indebolire significativamente la direttiva europea sulla due diligence delle imprese in materia di sostenibilità. La maggioranza dei Paesi si è espressa a favore dell'applicazione della legge sulla tutela dei diritti umani solo alle aziende con più di cinquemila dipendenti, invece dei mille previsti inizialmente, come comunicato dagli Stati membri dell'Ue. Inoltre, la soglia di fatturato dovrebbe essere innalzata da 450 milioni di euro di fatturato netto annuo a un miliardo e mezzo di euro.

Il ministro polacco per gli Affari europei, Adam Szlapka, ha dichiarato che ciò creerà un passo decisivo per un contesto imprenditoriale più favorevole, "che aiuterà le nostre aziende a crescere, a essere innovative e a creare posti di lavoro di alta qualità". La Polonia detiene attualmente la presidenza semestrale a rotazione degli Stati membri della Ue e, in tale veste, si occupa, tra l'altro, della preparazione delle riunioni dei ministri.

L'obiettivo della direttiva Ue è la tutela dei diritti umani

Il ministero del Lavoro, responsabile della legge, non ha inizialmente risposto a una richiesta dell'agenzia di stampa tedesca Deutsche Presse-Agentur in merito alla posizione del governo federale sulla posizione degli Stati membri della Ue. La direttiva europea sulla due diligence delle imprese in materia di sostenibilità è già stata approvata lo scorso anno.

L'obiettivo è rafforzare i diritti umani in tutto il mondo. Le grandi aziende dovrebbero essere chiamate a rispondere se traggono profitto da violazioni dei diritti umani come il lavoro minorile o forzato. Dopo le critiche da parte delle aziende, alcune parti della direttiva dovrebbero essere semplificate prima ancora di essere applicate.

I negoziati al Parlamento europeo sono ancora in corso

Al Parlamento europeo sono ancora in corso le discussioni su quale posizione il Parlamento vorrà assumere in merito alla riforma della direttiva sulla due diligence delle imprese in materia di sostenibilità. Successivamente potranno iniziare i negoziati finali con gli Stati membri dell'UE. La presidente della commissione per il mercato interno del Parlamento europeo, Anna Cavazzini (Verdi), afferma che gli Stati membri della Ue si stanno rendendo "complici delle lobby".

Gli Stati membri della Ue si sono espressi anche a favore del fatto che, in futuro, le aziende non debbano più concentrarsi fondamentalmente sui propri fornitori, ma solo sulle aree "in cui è più probabile che si verifichino effetti negativi reali e potenziali". Le aziende non dovrebbero più essere obbligate a effettuare un inventario completo, ma dovrebbero invece condurre indagini più generali.

Questo articolo è stato pubblicato originariamente sulle altre edizioni di FashionUnited e tradotto in italiano usando un tool di intelligenza artificiale.

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