Gruppo Tod's: ricavi a -43,5 per cento nel semestre
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La pandemia pesa sui conti del Gruppo Tod's. I ricavi dell'azienda marchigiana si sono attestati a 256,9 milioni di euro, -43,5 per cento rispetto al primo semestre 2019. Il risultato netto è risultato in flessione di 80,6 milioni di euro, mentre l'indebitamento finanziario netto è pari a 157,9 milioni di euro, (escludendo i 422,5 milioni delle passività per leasing).
"Abbiamo deciso di limitare le consegne di prodotto su entrambi i canali di vendita, per limitare il rischio di invenduto", ha sottolineato Diego Della Valle
Ieri, il consiglio di amministrazione di Tod's spa, società quotata alla Borsa di Milano e a capo dell’omonimo gruppo italiano del lusso, attivo nella creazione, produzione e distribuzione di calzature, accessori e abbigliamento di lusso e di alta qualità con i marchi Tod’s, Hogan, Roger Vivier e Fay, ha approvato oggi i risultati del Gruppo Tod’s relativi al primo semestre 2020 (1 gennaio – 30 giugno 2020).
“Dopo un buon inizio d’anno, con ricavi in crescita in tutte le regioni, a partire da fine gennaio, il mondo è completamente e drasticamente cambiato, con l’arrivo della pandemia da Covid-19. Di fronte a una situazione di crisi mai vista in passato, il primo pensiero del Gruppo è stato proteggere la salute dei dipendenti e dei clienti, con la chiusura dei negozi e l’interruzione delle attività produttive. Il veloce espandersi dei contagi in tutto il mondo ha determinato un peggioramento nel secondo trimestre, rispetto al primo, dato che quasi tutti i negozi sono rimasti chiusi per la maggior parte del periodo. Abbiamo adottato una politica di forte prudenza e abbiamo deciso di limitare le consegne di prodotto su entrambi i canali di vendita, per limitare il rischio di invenduto", ha sottolineato, in una nota, Diego Della Valle, presidente e amministratore delegato del Gruppo.
" Ci siamo ancora più concentrati sul canale ecommerce, che sta crescendo molto bene, ci sta dando ottimi risultati e ci permette di raggiungere anche molti nuovi clienti. Nelle ultime settimane stiamo vedendo incoraggianti segnali di ripresa, in particolare in Cina, dove stiamo registrando tassi di crescita a doppia cifra, mentre l’Europa e le Americhe restano deboli, fortemente penalizzate dall’assenza di turisti. I risultati del corrente esercizio saranno quindi inevitabilmente influenzati dalla pandemia, anche se è ancora prematuro dare indicazioni quantitative, data l’incertezza sull’evoluzione della situazione", ha aggiunto Della Valle.
Tornando ai dati, nel solo secondo trimestre, i ricavi sono stati pari a 104,1 milioni di euro, in calo del 56,3 per cento rispetto allo stesso periodo del 2019, valore fortemente influenzato dal prolungato periodo di chiusura della maggioranza dei negozi. Nel corrente esercizio l’impatto delle valute è trascurabile; a cambi costanti, utilizzando cioè gli stessi cambi medi dei primi sei mesi del 2019, comprensivi degli effetti delle coperture, i ricavi sono pari a 256,5 milioni di euro, in calo del 43,6 per cento rispetto al primo semestre 2019.
L'azienda, intanto, sta già pensando al prossimo anno. "Siamo già proiettati al 2021, seguendo il nostro piano strategico di medio termine, mantenendo una rigida politica di attenzione ai costi e di efficientamento, che ci sta dando buoni risultati. Per il resto, siamo convinti che il nostro Gruppo abbia tutte le caratteristiche e gli strumenti necessari per superare questa eccezionale crisi e tornare a crescere, grazie soprattutto al grande rispetto che i nostri clienti fedeli hanno per i nostri marchi e per l’eccellente qualità dei prodotti e grazie alla solidità patrimoniale che da sempre ci caratterizza. Siamo ora molto concentrati nello sviluppo della comunicazione digitale, che ci porterà un mondo di nuovi consumatori, che non abbiamo ancora raggiunto; saranno infatti loro, insieme ad una forte innovazione creativa, a portarci la crescita che ci aspettiamo, quando i mercati si normalizzeranno", ha spiegato Della Valle.
Per quanto riguarda i negozi, al 30 giugno 2020, il 78 per cento degli store era aperto regolarmente, il 16 per cento era aperto a orario limitato e il 6 per cento era ancora chiuso. Al 31 agosto 2020, il 75 per cento dei negozi era aperto regolarmente, il 24 per cento era aperto a orario limitato e l’1 per cento era ancora chiuso.
La ripresa dell’attività è stata graduale, e di intensità diversa, nelle varie aree del mondo. Il mercato più reattivo è stato quello della Cina Continentale, in cui i ricavi hanno registrato una crescita a doppia cifra nel secondo trimestre, in progressiva accelerazione. Sono invece rimasti molto più deboli i mercati di Hong Kong e Macao. Buoni i risultati anche di Corea e Giappone. Rimangono tuttora molto deboli l’Europa e gli Stati Uniti, aree fortemente penalizzati anche dall’assenza dei turisti.
Il canale ecommerce è sempre rimasto operativo, anche se, durante il lockdown, ha parzialmente risentito di alcune restrizioni nelle attività di logistica, e continua a crescere in modo significativo. Le attività produttive sono state sospese a partire dal 12 marzo e sono ripartite il 4 maggio, in maniera graduale, con tutte le adeguate modalità e regole sanitarie di sicurezza previste per la tutela dei dipendenti. E’ stato immediatamente attivato il remote-working per le funzioni non operative degli uffici regionali e della sede centrale, modalità che è tuttora parzialmente in essere.
Foto: Roger Vivier website