I gruppi del made in Italy alla riscossa
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I grandi gruppi italiani sono in cerca di marchi da rilanciare
Anche Stefano Beraldo, amministratore delegato di Ovs, si è detto sempre pronto a guardarsi in giro, in cerca di operazioni di rilancio come quelle, ormai di successo, di marchi come quelle con Massimo Piombo e Gap. "Su Stefanel (acquisito da Ovs nel marzo 2021, ndr) stiamo ancora lavorando", ha spiegato il ceo. Pronto a nuove acquisizioni anche Fine Sun, azienda che punta ai 270 milioni di euro nel 2023. Mauro Grange, ceo della holding, ieri, durante il 27esimo Fashion summit di Pambianco e Pwc, intervistato da David Pambianco, ha detto che sul fronte acquisizioni l'azienda sta guardando verso "due realtà, che vorrei mettere sotto il nostro cappello", accanto ai marchi Dondup, Autry, 120% Lino, Ghoud e Rosantica, che fanno già capo a Fine Sun. "C'è grande spazio nella moda e ci sono tante realtà pronte a esplodere".
Nel corso del convegno di ieri, il cui titolo era "Il ruolo dell'Italia nel nuovo sistema moda mondiale. Prospettive e sfide future", anche Carlo Capasa, presidente della Camera nazionale della moda italiana, ha sottolineato l’importanza per i brand di operare in sinergia e a difesa della propria filiera.
Sostenibilità e social dettano i comportamenti dei consumatori
Erika Andreetta, Emea fashion & luxury leader partner Pwc Italia, illustrando l’indagine di Pwc “Il ruolo dell’Italia nel nuovo sistema mondiale”, ha spiegato che le new generation sono sempre più attente all’acquisto di prodotti di second-hand; le motivazioni sono economiche (46 per cento) ed ecologiche (24 per cento attenzione alla sostenibilità, 27 per cento lotta agli sprechi). Secondo la ricerca, il second-hand è utile per liberarsi del superfluo (56 per cento) ma anche per ridurre gli sprechi (43 per cento). L’88 per cento delle new generation è preoccupato per l’ambiente. Il 72 per cento di loro sarebbe disposto a cambiare radicalmente le proprie abitudini per proteggere l’ambiente (contro l'88 per cento di boomer). Inoltre, 4 consumatori su 10 sarebbero disposti a pagare un premium price per prodotti fashion e accessori naturali o eco-friendly. La scelta di forniture e materie prime è dunque fondamentale per reputare un’azienda sostenibile. Per Renzo Rosso, per esempio, non ha senso proclamarsi paladini della difesa del pianeta solo per aver realizzato una borsetta o un capo che utilizza un materiale proveniente dalla plastica riciclata: "come fanno alcuni miei colleghi. Quello è greenwashing. La sostenibilità è uno "state of mind".
Anche Alessandra Di Valentin, senior industry manager fashion & luxury di Google, delineando alcuni tra i principali trend di consumo che i brand fashion e del lusso potranno sfruttare per continuare a crescere nel prossimo futuro, ha insistito sulla sostenibilità. Una maggiore consapevolezza sulle tematiche ambientali, renderà i consumatori sempre meno propensi a compromessi sulla sostenibilità dei loro acquisti. Di Valentin ha evidenziato anche la crescente importanza dei canali social come luogo di scoperta e ispirazione. Un'esperienza d'acquisto sempre più sociale e digitale porterà nei prossimi anni alla creazione di veri e propri micro-trend che si alterneranno sullo scenario digitale sempre più velocemente.