Il distretto calzaturiero Riviera del Brenta vale 2 miliardi di euro
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Il distretto calzaturiero Riviera del Brenta produce 20 milioni di paia di scarpe all’anno e vale 2 miliardi di fatturato. Queste alcune delle evidenze emerse dall' Outlook 2024, aggiornamento dell’Osservatorio biennale “Il distretto calzaturiero della Riviera del Brenta" (in agenda a ottobre 2025), sul comparto regionale della calzatura e sul settore nazionale, messo a punto da Cherry Bank, banca specializzata nei segmenti retail, corporate e wealth management.
Fanno parte del distretto calzaturiero del Brenta 507 aziende che impiegano 6200 persone
Fanno parte del distretto 507 aziende (pari all’8 per cento delle aziende dei distretti della calzatura italiani) che impiegano 6200 persone (pari al 10 per cento dei distretti della calzatura italiani). Inoltre, si tratta del terzo distretto in Italia dopo quello di Fermo-Macerata, che è il primo, e dopo quello di Napoli-Caserta, che è il secondo. Ne fanno parte realtà come Manufacture De Souliers Louis Vuitton srl, Rossimoda srl, Nice Footwear, Henderson Baracco, Peron Shoes.
Lo studio condotto elabora dati raccolti da Cherry Bank, con la supervisione scientifica di The European House – Ambrosetti, rispetto al perimetro delle attuali 507 aziende che compongono il sistema calzaturiero del distretto della Riviera del Brenta, definito nello studio il “distretto di cristallo”. La ricerca si basa su una disponibilità di dati per gli esercizi 2022 e 2023, mentre per il sentiment sul 2024 si affida a interviste e proiezioni preliminari. Ne risulta un disallineamento tra le proiezioni riguardanti il 2024 e la situazione 2022 - inizio 2023 tutto sommato ancora positiva, in quanto non ancora toccata dagli effetti dell’inflazione sulla domanda di beni calzaturieri.
"Allo stesso modo, a inizio 2023, le forniture non avevano ancora mostrato il forte rallentamento collegato al calo della domanda, anche per effetto dello svuotamento delle scorte a magazzino da parte dei clienti delle aziende calzaturiere", si legge in una nota. Infine, come a livello nazionale, negli esercizi 2022 e 2023 anche nel distretto, prosegue la nota, continua il trend di acquisizioni di piccole realtà artigiane da parte dei grandi brand, operazioni che, seppur producendo nell’immediato una stabilizzazione della filiera locale, aprono seri interrogativi sulla preservazione del know-how e delle specificità proprie dei territori.
Il 2024 ha posto le imprese davanti a una crescente difficoltà nel generare reddito
"Il 2024 ha posto le imprese davanti a una crescente difficoltà nel generare reddito. L’inflazione ha avuto effetti molto rilevanti sia sulle aziende sia sui consumatori; la difficoltà di reperire risorse rende anche le più basiche operazioni di finanziamento del circolante estremamente complesse; infine, procede senza sosta la carica dei grandi marchi per accaparrarsi competenze eccellenti e saperi artigiani", ha sottolineato Giovanni Bossi, ceo e azionista di maggioranza di Cherry Bank.
"I colleghi del Brenta hanno la capacità di coniugare ai massimi livelli design, qualità e ricerca nei materiali, attraverso l'inconfondibile stile italiano che fa della nostra calzatura la più ambita nei mercati internazionali. In questa congiuntura complessa, dove la debolezza della domanda è frenata sia da una minor propensione all'acquisto da parte dei consumatori, sia da fattori esogeni imputabili ai conflitti in corso, è necessario puntare sulla formazione e la digitalizzazione quali leve di sviluppo per cogliere le opportunità dell'innovazione necessarie per rimanere competitivi sui mercati globali", ha aggiunto Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici.
I numeri
Il 2023 ha visto una notevole contrazione della domanda con calo nei volumi di produzione italiana (148 milioni di paia prodotte nel 2023, -8,6 per cento sul 2022) e di export della footwear industry italiana (190 milioni di paia nel 2023, -10,6 per cento sul 20222). Questo trend, dalle prime stime, sta continuando anche nel 2024. Si è verificata una contrazione del consumo interno italiano del bene calzaturiero, -1 per cento anno su anno (2023 su 2022) del numero di paia di calzature vendute e -4,1 per cento anno su anno (2023 su 2022) di produzione di scarpe per il consumo interno italiano.