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Il lusso e gli step per conquistare i millennial

Scritto da Isabella Naef

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Sostenibilità, omnicanalità, prodotti freschi e innovativi, strategie digital importanti e sofisticate, non un solo stilista ma progetti creativi di largo respiro. L'azienda di lusso si muove così se vuole conquistare i millennial e se desidera cavalcare appieno le potenzialità di un mercato che sfornerà 174 milioni di nuovi clienti potenziali per bello e ben fatto italiano.

Remo Ruffini: "La sostenibilità è complicata"

Remo Ruffini, ceo di Moncler, azienda che ha archiviato il 2017 con ricavi consolidati a quota 1.193,7 milioni, (+17 percento a tassi di cambio costanti) e un utile netto a 249,7 milioni, è convinto che si debbano aprire i negozi giusti nei posti giusto e che "velocità e flessibilità siano fondamentali". Questa mattina, intervenendo al decimo Luxury Summit del Sole 24 Ore, Ruffini si è anche soffermato sul tema della sostenibilità. "La sostenibilità è complicata, prevede che si stabiliscano dei criteri, dei processi, ma non è un obiettivo in sè, è un modo di produrre sempre migliorabile", ha detto il manager. "Noi abbiamo un protocollo che seguiamo ma ci miglioriamo continuamente".

"Credo che siano anni di assoluto e radicale cambiamento del modello di business", ha raccontato Diego Della Valle, presidente e ceo di Tod's group, che ha archiviato il primo trimestre con vendite a quota 234,1 milioni di euro.

"Una volta consegnavamo le collezioni ogni sei mesi, ora non c'è più stagionalità e anche le presentazioni delle collezioni ciascuno se le fa quando crede, sempre che disponga delle risorse necessarie", ha aggiunti Della Valle.

Cambiamenti epocali a cui le aziende del lusso devono imparare a stare al passo, coinvolgendo anche la filiera. "Stiamo spiegando ai calzolai che i tempi sono cambiati e di conseguenza cambiano anche i tempi delle collezioni", ha spiegato il patron dell'azienda marchigiana.

Il digitale, l'ecommerce e la strategia omnicanale, conditio sine qua non per le aziende che corteggiano i millennial, richiedono consistenti investimenti da parte delle aziende e, talvolta, quelle medie e piccole arrancano. "Il private equity aiuta le imprese in questo senso. Va incontro alle aziende che devono fare dei cambiamenti ma da sole non ci riescono", ha detto Marco De Benedetti, managing director e co-head of Carlyle’s European Buyout Group, azienda che ha investito nella moda in aziende come Twinset, Golden Goose Deluxe Brand e Hunkemoller.

Un cambiamento che implica sicuramente un'iniezione di capitali ma anche un impegno culturale e di approccio. Oltre alla strategia web, però, ha esortato De Benedetti, i marchi devono sapersi svecchiare. "La gente desidera capi, collezioni e prodotti freschi e personalizzati", ha aggiunto il manager.

Foto: Remo Ruffini, credit Ufficio stampa Moncler, Marco De Benedetti, credit ufficio stampa Carlyle
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